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Edizione provinciale di Ascoli Piceno


REV PAGLIARE. Gadaleta: "Voglio regalare tante gioie a questo club"

Nella rosa dei mister Ciabattoni ed Erbuto spicca il giovane esterno d'attacco, tornato quest'anno a Pagliare forte dell'esperienza con il Porto d'Ascoli

La faccia pulita da bravo ragazzo. Il sorriso luminoso di chi sa ammaliare e sedurre. Chi lo incrociasse per la prima volta potrebbe pensare di aver di fronte il nuovo Hugh Grant, attore britannico famoso per le sue interpretazioni in film famosissimi come Nottingh Hill e About a boy. Ed invece, Giacomo Gadaleta (foto), classe 2003, è un calciatore e rappresenta il nuovo che avanza in casa Real Eagles Virtus Pagliare. Il forte esterno d'attacco della squadra del duo Ciabattoni-Erbuto si sta imponendo come la novità più entusiasmante di questo primo scorcio di stagione. Le buonissime prestazioni, dapprima negli incontri amichevoli e poi nelle gare di Coppa Italia, lo hanno catapultato di diritto tra gli undici titolari nella partita d'esordio in campionato contro il Montottone.

Partiamo proprio da qui Giacomo, dalla fine ovvero dal tuo esordio in Prima Categoria con la maglia bianco blu-royal del Real Eagles Virtus Pagliare. Un esordio non proprio fortunato a dir la verità.

Si, è vero, sono ancora molto amareggiato per il risultato finale della partita [1-0 a favore del Montottone ndr] e soprattutto per aver mancato un'occasione favorevolissima che poteva consentirci di raggiungere il pareggio e, chissà, sperare nella rimonta. Mi sento responsabile della sconfitta per questo motivo. Il Montottone, dopo il gol segnato nei primi minuti di gioco, ha arretrato il proprio baricentro e ha pensato solo a difendere il vantaggio acquisito. Abbiamo provato a sfondare il muro eretto dagli avversari ma non ci siamo riusciti nonostante le occasioni create e l'impegno profuso. Abbiamo espresso un buon gioco, ci siamo aiutati e spronati a vicenda, fino al triplice fischio ma invano. Vorrà dire che ci rifaremo contro l'Azzurra SBT, sabato prossimo. E' una corazzata, dovremo essere coesi e compatti come contro il Montottone, più cinici e cattivi nelle conclusioni in porta e decisi nei contrasti. Non dobbiamo deludere il nostro pubblico che sugli spalti ci sosterrà dal primo all'ultimo minuto.”

Ora facciamo un tuffo nel passato. Non troppo remoto vista la tua giovane età. Parlaci della tua avventura nel mondo del calcio. Raccontaci i tuoi inizi.

“Se devo esser sincero il calcio non è stato il primo sport che ho praticato. Ho iniziato con il nuoto. In piscina, però, non mi sentivo troppo a mio agio e quasi subito ho abbandonato.  I tanti amici che invece giocavano a calcio mi spinsero verso questo sport. E così entrai a far parte del settore giovanile dell'allora Real Pagliare. Ricordo, come se fosse successo ieri, un episodio che può rappresentare in modo completo la mia vocazione calcistica. Eravamo al palazzetto di Pagliare del Tronto, a svolgere un allenamento, credo fosse la categoria dei primi calci, e ho nitida l'immagine di quest'azione: io che prendo palla e inizio a correre lungo la fascia del campo, m'involo e vedo che nessuno riesce a starmi dietro e a togliermi il pallone. Era la fascia destra, quella che ancora oggi percorro su e giù tantissime volte durante una partita. Proprio in quel momento ho avuto la percezione delle mie innate qualità soprattutto dal punto di vista della corsa. Non ti nego di aver pensato, solo per un attimo, di passare all'atletica leggera ma la passione per il calcio, alla fine, ha prevalso e per questo ringrazio i miei amici che ho ritrovato, con molto piacere, quest'anno: Lorenzo Apruzzese, Francesco Ielo, Andrea Satulli, Luca Caggiano, Davide Neri e Stefano Pandolfi.”

Hai iniziato nel settore giovanile del tuo paese. Successivamente però hai operato altre scelte cambiando casacca e militando in altri settori giovanili. Come mai tutti questi cambiamenti?

“L'anno in cui iniziai il percorso di scuola superiore al liceo classico di San Benedetto del Tronto decisi, a malincuore, di cambiare squadra. Mi trovavo bene a Pagliare, avevo molti amici, stavo facendo passi in avanti sulla via del miglioramento tecnico-tattico e venivo costantemente convocato nelle categorie giovanili superiori a quella a cui appartenevo. Perciò andai via con un gran magone ma con la convinzione che un giorno sarei tornato. Approdai quindi nel settore giovanile della Mariner, una società sambenedettese che lavora molto bene con i giovani. E lì conobbi mister Tonino Piccorossi, persona che stimo molto e che mi ha insegnato tantissime cose migliorandomi sotto ogni punto di vista. Il nostro rapporto è tutt'ora buonissimo. Dopo due anni, nel 2019, tornai a Pagliare e, proprio sul più bello, ci fu lo stop per la pandemia da Covid-19.”

Eh si, la pandemia, che speriamo aver superato definitivamente, ha creato moltissimi problemi soprattutto ai settori giovanili e ai ragazzi che si sono trovati di fronte ad una situazione impensabile. Come hai vissuto quel periodo?

“E' stato un bruttissimo periodo.  Proprio a Pagliare stavamo giocando un ottimo campionato nella categoria Allievi. Con Adolfo Sciamanna eravamo in competizione sul numero di gol fatti, 11 a testa, e la squadra era solida e affiatata. Eravamo in testa alla classifica. Poi tutto si fermò. Improvvisamente. A mio avviso la pandemia ha influito in maniera negativa su noi giovani. Non ci ha permesso di sbocciare nell'età più fiorente della giovinezza, impedendoci quel salto di qualità indispensabile per approdare in squadre di maggior caratura ed importanza. E' proprio in quel momento che optai per il passaggio al settore giovanile del Porto d'Ascoli.”

Un'esperienza molto importante a livello formativo quella di Porto d'Ascoli. Hai annusato l'aria del semiprofessionismo in una società ambiziosa ed organizzata. Cosa conservi di positivo di quest'avventura?

“Si, te lo confermo, è stata un'esperienza incredibile e che mi è servita molto. Ho avuto la fortuna di potermi allenare con la prima squadra. Anche se i campionati erano fermi si organizzavano partitelle che simulavano in tutto e per tutto una gara di campionato e alcuni giovani della Juniores venivano coivolti e partecipavano attivamente alle partite. L'arrivo di Davide Ciampelli è stato poi fondamentale in quanto, sotto la sua guida, la squadra è riuscita a centrare la promozione dall'Eccellenza alla Serie D. Quella stagione, la '20/'21 è stata per me intensa e ricca di novità. Un capovolgimento totale. Un nuovissimo mondo fuori da ogni mia aspettativa. C'era professionalità, competizione e agonismo. Per un ragazzo come me, che voleva solo giocare e divertirsi, è stato davvero difficile ambientarsi. Le difficoltà sono poi aumentate con l'approdo in D.  I ritmi di gioco in allenamento erano folli e richiedevano un dispendio d'energie, fisiche e mentali, non indifferente. In più c'era da onorare l'impegno scolastico a cui tenevo in modo particolare. La mia giornata, spesso, terminava sui libri, alle tre di notte. Di positivo conservo, oltre ai miglioramenti calcistici, soprattutto il fatto di aver fortificato il mio carattere, ho scacciato via la timidezza e la paura d'esprimermi che fino a quel momento mi attanagliavano. Ciò anche grazie ai veterani della squadra che mi hanno sempre spronato ed incoraggiato ad andare oltre i miei limiti, a sbloccarmi, a dare il meglio di me. La parte finale della scorsa stagione, purtroppo, è stata condizionata da molti infortuni che hanno limitato il mio rendimento. Ho fatto in tempo , comunque, a togliermi la bella soddisfazione di siglare una tripletta nel campionato Juniores Nazionale.”

Torniamo all'attualità. Quali sono le prospettive per questa stagione? E, da figliol prodigo, come vedi questo tuo ennesimo ritorno nella società del tuo paese?

“Sono iscritto alla facoltà di Architettura ad Ascoli Piceno perciò restare a Porto d'Ascoli era complicato a livello logistico. Non ho valutato altre proposte, il mio primo e unico desiderio è sempre stato quello di tornare a giocare per la squadra del mio paese. Ho parlato dapprima con il DG del Porto d'Ascoli, a cui ho dichiarato la mia volontà, poi ho avuto un colloquio con i dirigenti della REV Pagliare e con i mister Ciabattoni ed Erbuto che mi hanno allenato nel mio trascorso nelle giovanili. Ed eccomi qui. Sono molto felice, ho trovato un gruppo coeso che mi ha accolto nel migliore dei modi, ho legato con tutti in modo meraviglioso, la mia scelta, posso dirlo con decisione, è stata vincente. Gli allenamenti sono sempre intensi. Quest'anno dobbiamo migliorare la stagione precedente che, da quanto mi hanno raccontato, è stata sofferta, con la salvezza arrivata sul filo di lana. Dobbiamo rendere fiera, felice ed orgogliosa la società del nostro operato. Mi sono posto l'obiettivo di aiutare la squadra a centrare una salvezza tranquilla. Però non nascondo di essere anche molto ambizioso, perciò perchè non puntare alla Promozione?”

Siamo giunti alla conclusione di questa bella chiacchierata. Puoi ringraziare, se vuoi, le persone che ti hanno aiutato nel tuo percorso di crescita, un viaggio che ti auguro possa essere ancora più luminoso e ricco di soddisfazioni.

“Ti ringrazio per l'augurio, ce la metterò tutta. E voglio ringraziare i miei genitori Mimmo e Angela, le persone che mi hanno costantemente sostenuto e confortato. Il loro appoggio è sempre stato sincero e leale, non mi hanno mai chiesto di diventare un calciatore, non mi hanno mai obbligato a scendere a compromessi per trovare scorciatoie poco edificanti. Hanno sempre e solo voluto che fossi felice nell'ambiente in cui andavo a divertirmi. Mi hanno consigliato su cosa fosse giusto fare e poi fatto decidere a me.  Come si è ben notato il cognome Gadaleta non è propriamente marchigiano. Infatti mio padre è pugliese, di Molfetta. Sono molto orgoglioso delle mie origini anche se le visite non sono poi così frequenti in terra pugliese.  Spero di poter ripagare gli enormi sacrifici che hanno fatto e continuano a fare per me e mio fratello Corrado, anche lui nelle giovanili della REV, dando loro soddisfazioni a tutti i livelli. A cominciare da sabato quando incontreremo l'Azzurra SBT. Sogno un gol da ex".
Stefano Bachetti
Ufficio stampa REV Pagliare

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  Scritto da La Redazione il 30/09/2022
 

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