MORICONI: "A chi dedico la salvezza del Portorecanati? A me stesso"
Il tecnico ha compiuto una autentica impresa

Il Portorecanati è riuscito a espugnare il "Montevidoni" (1-0 in casa della Real Elpidiense) raggiungendo una salvezza in Prima categoria C che al termine del girone d'andata sembrava una vera e propria utopia.
"È stata inevitabilmente una partita sofferta - racconta mister Francesco Moriconi - Nel primo tempo siamo scesi in campo contratti e non riuscivamo a fare le cose più semplici. Negli spogliatoi ho dato una piccola strigliata e i risultati si sono subito visti. Dopo il gol fallito da Guercio ero certo che di lì a poco sarebbe arrivato il gol. Dopo il vantaggio di Prosperi abbiamo controllato senza alcun affanno i loro tentativi che si sono limitati a lanci lunghi nella nostra area di rigore sui quali la nostra difesa ha fatto buona guardia".
Hai preso il timone della squadra al 11^ giornata con appena due punti in classifica. Termini il campionato con 40 punti. Possiamo dire senza mezzi termini che si è realizzata una vera e propria impresa.
"Si. Abbiamo fatto 38 punti. Normalmente con questo punteggio si arriva secondi considerando la media inglese. Abbiamo raccolto più punti fuori casa. Forse al Monaldi abbiamo troppo spesso sbagliato l'approccio alla gara e magari non abbiamo avuto la necessaria umiltà."
I ragazzi però sono stati encomiabili.
"E non finirò mai di ringraziarli. Appena arrivato mi sono ritrovato senza il bomber Pantone. Inoltre Gambacorta ha preferito emigrare a Potenza Picena per avere maggiori ambizioni e hanno terminato a pari punti con noi. Hanno preferito altri lidi anche il centrocampista Mercuri e il difensore Baro. È tornato Petrini ed è arrivato Di Francesco. Sulla carta ci eravamo indeboliti, magari facendo risparmiare qualche soldo al nostro presidente. Io comunque ho fatto il minimo indispensabile. Ho cercato di entrare nella testa dei giocatori e li ho messi in campo in base alle loro caratteristiche senza particolari alchimie".
Imprese del genere meritano una dedica.
"La dedico solo a me stesso. Ho accettato la proposta della società per avevo un debito di riconoscenza verso i colori arancioni. Nella squadra della mia città ho iniziato la mia carriera di calciatore a 15 anni con in panchina il mitico Luciano Panetti proseguita poi a Firenze e in altre squadre professionistiche. La stessa mi ha dato anche l'opportunità di iniziare la carriera di allenatore. Ora il mio debito l'ho estinto e mi auguro che possa essere l'inizio di un futuro perché Portorecanati deve fare di più. Quello che abbiamo fatto noi in queste venti partite".
