Vicenda Montecassiano-Esanatoglia: Sembra di essere su Scherzi a Parte

I tre minuti che cambiarono il corso della storia. Tre minuti alla fine del mondo. Tutto in tre minuti. Tre minuti….una vita. Parafrasando i titoli di alcuni film, potremmo ribattezzare come più ci piace la decisione assunta dal Giudice Sportivo, in merito ai fatti accaduti sabato scorso nella gara di Prima categoria, tra Montecassiano ed Esanatoglia. Non eravamo presenti, dunque non ci permettiamo di esprimere giudizi su quanto avvenuto in campo e tanto meno sulle eventuali conseguenze.
Letto però il Comunicato Ufficiale della Federazione qualche dubbio ci sorge spontaneo. Nel momento in cui si dice che non è successo nulla di particolare e l’incontro avrebbe potuto continuare senza problemi, andiamo un pochino in confusione. Allora, se tutto può andare avanti e non ci sono problemi, siamo nei minuti di recupero, il risultato è 4-2, perché sospendere la partita? Devi andare urgentemente al bagno? Hai una telefonata alla quale devi assolutamente rispondere? Se tutto procede per il meglio portala a termine, poi fischia la fine e tutti a casa, come accade ogni fine settimana in migliaia di gare in tutta la penisola. Invece no, tra qualche tempo tutti di nuovo in campo per 2/3 minuti.
Non bisogna essere dei veggenti per prevedere che questa vicenda avrà ulteriori sviluppi. Penso sia lecito attendersi un reclamo dell’Esanatoglia verso le decisioni assunte che, in base alle normative, prevedono di far terminare regolarmente la gara. In virtù di ciò la squadra di casa, ovvero il Montecassiano, dovrà riaprire la struttura, accendere riscaldamento ed acqua calda, convocare i suoi tesserati, segnare il campo, ecc… ecc.., mentre da parte sua l’Esanatoglia, probabilmente di mercoledi, si farà anche un centinaio di chilometri tra andata e ritorno, per disputare un paio di minuti di gara, più un eventuale recupero quantificabile in 20/30 secondi. Totale circa 3 minuti, ma ci rendiamo conto!
Il mondo del calcio è già messo male di suo, specie a livello professionistico, ora che tra i dilettanti si faccia il possibile e l’impossibile per farsi ridere dietro, non mi pare una bella cosa. Sono le regole, diranno ovviamente i custodi dell’ortodossia calcistica, mentre secondo me si tratta solo di una totale mancanza di buon senso. Stiamo parlando del prolungamento del recupero in una gara dal risultato acquisito. Ma si può andare a giocare una gara di tre minuti, per di più nel bel mezzo della settimana? Ma di che stiamo parlando? Per disputarla i protagonisti di entrambe le squadre dovrebbero chiedere dei permessi dal lavoro, lasciare eventualmente le lezioni a scuola e chissà cosa di altro. Ve la vedete la faccia di un qualsiasi datore di lavoro, quando un ragazzo chiederà un permesso per andare a giocare una partita del genere, nel corso della quale forse neanche toccherà palla. Ma possibile che non ci sia mai limite al ridicolo!
Ripeto, non voglio scendere nel dettaglio di quanto accaduto in campo, la nostra attenzione è focalizzata sulle decisioni del Giudice Sportivo che, in conformità alle norme, ha disposto di far disputare questi ormai famosi tre minuti. Non sappiamo ancora se l’Esanatoglia si sorbirà il viaggio, i costi e tutto ciò che ne consegue, per non incorrere nella sconfitta a tavolino, nella multa e anche nella penalizzazione di un punto. Ecco, se non si presenteranno a questo appuntamento con la storia, proporrei anche la fustigazione sulla pubblica piazza come monito, insegnamento ed esempio per tutta la plebe pallonara. In tanti anni di calcio, pensavo di averle viste tutte le follie di questo mondo, invece devo ricredermi, noto con terrore che il limite si sposta sempre un pochino più avanti. Sarà sempre troppo tardi quando decideremo di finirla con questi teatrini, che fanno cadere le braccia e gettano discredito sul un movimento calcistico, basato sulla passione, sul lavoro e anche sui soldi di tanti volontari. Fosse ancora in vita la compianta attrice romana Sora Lella, penso che descriverebbe questa ridicola vicenda con una sola e fulminante battuta: “Aho!….ma che... davero, davero?!!”.
