Dopo 534 gare, 5 campionati vinti e 72 gol Leo Mancini dice stop!
Grande festa a San Marcello per l'addio del giocatore simbolo. “Volevo concludere qui perché ho una storia particolare con questa società. Nel 2006 dopo una brutta malattia il calcio è stata una spinta importante per guardare avanti"
SAN MARCELLO. Grande festa a San Marcello (Seconda categoria girone D) per l’addio al calcio di Leonardo Mancini. Tanti i tifosi accorsi sugli spalti per salutare Leo in occasione della partita con il Maiolati, terminata sul 2 a 2 grazie ad un gol su calcio di punizione proprio del numero 7 locale, il più atteso. Jesino, classe 1983, Leonardo Mancini ha disputato 534 partite in carriera, segnato 72 gol, oltre 40 dei quali in maglia granata. Ha conquistato 5 promozioni di cui 3 con il Borgo Minonna e 2 con il San Marcello. Al giocatore è stata consegnata una targa celebrativa da parte della società, i tifosi e gli amici hanno indossato una maglia con il numero 7, la sua maglia. “Volevo concludere con il San Marcello perché ho una storia particolare con questa società, per me è stato sempre un ambiente speciale dal punto di vista umano. Negli ultimi due anni ho indossato la maglia da capitano, ho voluto lasciare adesso perché ancora riesco a dare. E’ stata una scelta dolorosa ma definitiva. Penso che sia arrivata nel momento giusto. Sto prendendo il patentino Uefa B, sono orientato ad allenare”.
Leonardo Mancini racconta i momenti più difficili della sua carriera da giocatore.
“Nel 2016 dopo la vittoria del campionato con il Borgo Minonna ho avuto una grave malattia, un tumore alla lingua. Ho fatto un’operazione delicata a Milano, varie terapie, per fortuna è andato tutto bene. Dovevo decidere se smettere o andare avanti. Il calcio è stata una spinta importante, ho deciso di tornare a San Marcello, ho fatto altri due anni alla grande, senza infortuni. Ho cambiato anche ruolo, quando ero più giovane facevo l’esterno di centrocampo, dopo sono passato trequartista e poi la mezzala”.
Al San Marcello hanno molto apprezzato le doti umane di Leonardo Mancini.
“Penso che oltre al giocatore hanno apprezzato più di tutto il lato umano. Non sapevo che avevano organizzato questa bella festa. Sono molto legato all’ambiente, San Marcello è un paesino dove tutti si conoscono, io ero uno di quelli che dopo la partita andava sempre al bar. Con la gente del paese si è creata questa empatia”.
19 anni di calcio in prima squadra, più tutta la trafila nelle giovanili. L’ultima giornata di campionato in Seconda categoria è in calendario domenica prossima, il San Marcello sarà in trasferta a Monsano.
“Io non gioco. La partita ha scarsa rilevanza per la classifica. E poi la mia ultima partita doveva essere a San Marcello. Dovevo finire qui e così è stato”.
Un rapporto particolare con l’allenatore Ennio Bozzi.
“Mi ha allenato 13 anni, debuttai con lui al Borgo Minonna nel settembre del 2000. Quando sono tornato dalla malattia il destino ha voluto che al rientro in campo lo trovassi da avversario. Qualcuno lo ha definito il mio padre sportivo, io non l’ho mai chiamato mister. Mi ha tenuto sempre sulla corda, non mi ha mai concesso niente. Con lui ho vinto quattro campionati”.
I tifosi del San Marcello avevano esposto lo striscione con 71 gol, alla fine del primo tempo, dopo la rete su calcio di punizione. hanno dovuto aggiornarlo. Una persona speciale Leonardo Mancini.
“Tanti anni fa seguivo un ragazzo portatore di handicap, era il fratello di un mio caro amico. Andavamo a vedere tutti gli eventi sportivi a Jesi, lo portavo con me qualche pomeriggio. Lui si era talmente legato che veniva a vedere tutte le mie partite. Lo scorso settembre è scomparso, è stata costituita l’associazione Mi Piglia che raccoglie fondi per promuovere lo sport dei disabili. Il ricavato della partita è andata in beneficenza”.