"Ponterio, casa mia". Ai Gregorini's boys lo scudetto d'inverno
Intervista al tecnico degli arancioneri, al vertice del girone C di Seconda categoria
TRECASTELLI. Il Ponterio davanti a tutti. La compagine allenata da mister Massimo Gregorini (foto) si è laureata campione d’inverno con un turno d’anticipo grazie alla vittoria in trasferta per 3-4 sull’Ankon Dorica. Con quattro punti di distacco sulle inseguitrici gli arancioneri potranno festeggiare un Natale da primi della classe, nel campionato di Seconda categoria girone C, grazie anche a numeri importanti come le 30 reti realizzate, le 13 al passivo e l’imbattibilità casalinga. Parliamo proprio con mister Gregorini che nella sua carriera di tecnico ha allenato solo il Ponterio. E ci svela il perchè.
Mister, chiudete l’anno laureandovi campioni d’inverno. Sarà soddisfatto di questa prima parte di stagione.
“Sicuramente. E’ stata una prima parte di campionato molto positiva e arriviamo al giro di boa davanti a tutti. Abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari con chiunque, anche con quelle due-tre squadre che sono più attrezzate di noi. Comunque è un torneo molto equilibrato, in cui non ci sono partite facili. Basta vedere la nostra ultima partita. Abbiamo vinto per 3-4 su un campo difficile come quello dell’Ankon Dorica, dove si esaltano grazie anche alle caratteristiche del terreno di gioco. Quindi non bisogna mai abbassare la guardia.”
Quali sono i propositi per il 2016?
“Ad inizio stagione la società ci aveva chiesto di raggiungere una salvezza tranquilla, senza patemi d’animo come invece era accaduto nello scorso campionato. In estate abbiamo aggiunto quattro-cinque ragazzi che hanno reso il nostro organico più competitivo. Ora diciamo che l’obiettivo lo dovremmo aver centrato. Per il 2016 pensiamo ad andare avanti concentrandoci partita dopo partita, senza particolari assilli”.
Lei ha iniziato la sua carriera da allenatore nel Ponterio nel 2007. Da allora, a più riprese, ha guidato solamente gli arancioneri, con cui ha conquistato anche una promozione dalla Terza alla Seconda categoria. Come mai questa scelta?
“Conosco personalmente molti dirigenti e mi piace stare in mezzo agli amici per quella che io vivo come una semplice passione. Ho un lavoro che mi impegna parecchio e quindi non potrei dedicarmi al “mestiere” dell’allenatore a tempo pieno. In passato ho avuto altre proposte ma ho sempre rifiutato. Mi trovo benissimo qui e sono felice di allenare la squadra della mia città.”