Macerata, contagiati sul lavoro da Covid 19: raffica di denunce
Da gennaio fino al 30 giugno scorso sono state 264 (192 donne e 72 uomini) le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 presentate all’Inail di Macerata, due delle quali con esito mortale. La maggior parte ha riguardato persone d’età compresa tra i 50 e i 64 anni (128), seguite da quelle tra 35 e 49 anni (78), da 18 a 34 anni (51), e oltre i 64 anni (7). Quelle del Maceratese rappresentano il 18,8% del totale delle denunce presentate nelle Marche, in tutto 1.405: 557 in provincia di Pesaro (39,6%), 424 in provincia di Ancona (30,2%), 125 in provincia di Fermo (8,9%) e 35 in provincia di Ascoli (2,5%). Toccherà poi all’Inail stabilire eventuali risarcimenti, indennizzi o certificazioni di invalidità (temporanee o permanenti).
La stragrande maggioranza delle infezioni denunciate riguarda le donne (999 contro 406 uomini), e si concentra nel settore della sanità e dell’assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili. In particolare, le categorie più coinvolte sono i tecnici della salute (il 43,3% del totale), quasi il 90% dei quali sono infermieri, poi operatori socio-sanitari (il 26,9%) e medici (l’11,9%). Seguono gli operatori socio-assistenziali (2,4%) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliari, portantini e barellieri, 2,4%). Si aggiunga un 1,9% di impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, preposti alla sanità e un 1,4% di personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli. Il rimanente 9,8% riguarda altre categorie.