Le infiltrazioni mafiose si fanno sentire nel pesarese
L'ultima relazione della Dia segnala numerosi casi negli ultimi tre anni legati a famiglie di mafia
Nell’ultima relazione semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia), nella Provincia di Pesaro-Urbino sono state rilevate e accertate presenze collegate alle cosche calabresi e campane dedite al riciclaggio di denaro e spaccio di sostanze stupefacenti. Fra gli elementi registrati durante un’operazione compiuta lo scorso settembre in cui sono state arrestate 9 persone a Reggio Calabria, è saltata fuori la proprietà di un terreno edificabile anche nella provincia di Pesaro con un terreno confiscato a Frontone.
Nel rapporto della Dia viene menzionata anche una seconda operazione compiuta a settembre 2019 a Pesaro, che ha portato all’arresto di un uomo originario di Sinopoli, responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di arma clandestina con matricola abrasa. “La Provincia di Pesaro Urbino – si legge nella nota della Dia - è stata teatro del sequestro, operato il 2 maggio 2020 dalla guardia di finanza, di beni riconducibili ad un imprenditore edile collegato al gruppo mafioso di Taurianova, sempre in provincia di Reggio Calabria. I successivi accertamenti economico/patrimoniali hanno confermato la contiguità con il sodalizio mafioso e la sproporzione tra il reddito dichiarato ed il patrimonio posseduto. Tra gli immobili sequestrati, due sono ubicati a Saltara”. Queste sono solo le ultime segnalazioni, anche se le indagini negli ultimi 3 anno hanno fatto emergere numerose proprietà nel pesarese legate a famiglie mafiose con immobili per un valore di oltre 13 milioni di euro, oltre a bande organizzate che si erano specializzate negli assalti ai bancomat.