Riportati alla luce nuovi reperti archeologici a Corinaldo
Nelle Marche sono sempre più frequenti i ritrovamenti di reperti storici
Nei giorni scorsi, grazie all’impegno dello staff archeologico dell’Università di Bologna, nel sottosuolo di Corinaldo, sono stati riportati alla luce nuovi tesori archeologici. Più precisamente in località Nevola è stata ritrovata una tomba risalente al VII secolo a.C. A guidare i lavori di scavo, Federica Boschi del Dipartimento di storia culture civiltà dell'Università di Bologna, Cecilia Carlorosi e Ilaria Venanzoni della Soprintendenza archeologia belle arti. Il lavoro degli archeologi ha portato al rinvenimento di una fossa quadrangolare di notevoli dimensioni (3,80 x 2.20 metri circa) contenente oltre 150 oggetti e posta a sua volta all'interno di un grande fossato circolare del diametro originario di 30 metri. Particolarmente rilevante è la presenza di un carro a due ruote e di un prestigioso set di oggetti in bronzo, fra cui spiccano un elmo, un calderone e numerosi contenitori finemente decorati.
L'insieme dei reperti rimanda chiaramente alla sfera del banchetto, con fascio di spiedi e ascia in ferro per il trattamento delle carni e cospicuo vasellame per contenere e servire cibi e bevande, e tratteggia il personaggio celebrato come una figura di altissimo livello. Diversi oggetti provengono dal mondo etrusco, con il quale l'aristocrazia picena dell'epoca intratteneva scambi e relazioni. Si tratta solo dell’ultimo ritrovamento in ordine di tempo nelle Marche. Infatti, negli ultimi anni a seguito di casualità, o di lavori programmati per strade o altre opere pubbliche sono stati rinvenuti importanti reperti a Fano, Cupra Marittima, Falerone solo per fare qualche accenno. (Fonte Ansa)