REV PAGLIARE. Roberto Seproni cannoniere e leader della squadra
Le parole non banali di un ragazzo che sta disputando una stagione ad altissimo livello

PAGLIARE DEL TRONTO. Un inizio di stagione travolgente. E' il capocannoniere della squadra con cinque reti segnate in nove partite, molte delle quali decisive. E' uno dei leader carismatici dello spogliatoio. E' un titolare inamovibile. Questo, in estrema sintesi, è l'identikit di Roberto Seproni (foto), classe 1993, centrocampista della Real Eagles Virtus Pagliare. Con le sue prestazioni, sempre sopra la media, ha contribuito al raggiungimento dell'attuale quinto posto in classifica, un orgoglio per una squadra che ha iniziato la stagione senza particolari obiettivi se non quello di migliorare lo score della scorsa stagione.
Tutto procede a gonfie vele Roberto. Le ultime due vittorie, ottenute contro avversari ostici, vi ha dato ulteriore consapevolezza della vostra forza. Un chiaro messaggio alle altre squadre che ora saranno costrette a temervi. Dico bene?
“A dir la verità la vittoria in trasferta nell'ultimo turno di campionato, più che consapevolezza della nostra forza, ci ha dato una carica incredibile. Sappiamo di aver giocato due ottime gare (Sangiorgese e Castignano) e conseguito due vittorie di prestigio. Siamo consapevoli anche di dover restare coi piedi ben piantati a terra in quanto lo scivolone è dietro l'angolo. Non ci sono grandi segreti per il bellissimo momento che stiamo attraversando ma tre ingredienti che, mescolati nelle giuste dosi, hanno creato tutta la magia: lavoro, coesione, divertimento. Lavoriamo tutta la settimana con un unico obiettivo: vincere il sabato.
Seguiamo i dettami del mister, curiamo ogni minimo particolare, ci sacrifichiamo affinché tutto ruoti nella giusta direzione. Siamo un gruppo veramente unito. Coi ragazzi più giovani c'è un rapporto schietto e di reciproco rispetto. Poi c'è lo zoccolo duro: io, capitan Gregori, Cristiano Mariani e Luca Picchini. Amici prima che compagni di spogliatoio. Dedichiamo le nostre forze a questa squadra, a veicolare i giusti valori ai ragazzi, coinvolgerli e aiutarli a comprendere quanto siano importanti all'interno del progetto REV. Infine ci divertiamo da matti. Per noi giocare è felicità allo stato puro. Gioia da condividere con tutti: compagni, allenatori, dirigenti, amici e famigliari. Io mi nutro di calcio. Parlerei solo di questo bellissimo sport durante la giornata. Sono innamorato del pallone. Una passione innata che non riesco a tenere a freno.”
Un percorso di crescita, il tuo, anche a livello realizzativo. Reti tutte decisive. Quale obiettivo ti sei posto quest'anno?
“Quest'anno sono partito molto bene ed il mio obiettivo è quello di superare il record di marcature in campionato che oramai risale all'anno del Covid, con l'interruzione a Febbraio che ha scombussolato l'intero Pianeta. Ero arrivato a quota sei. Ci sono molto vicino. Non voglio dire altro. Sono molto scaramantico. L'importante è che i miei goal siano funzionali al raggiungimento del risultato di squadra. Avrei potuto realizzarne di più ed il rammarico è grande soprattutto per i punti che non sono arrivati a causa dei miei errori. Amo molto fare assist. Condividere la gioia di un compagno, soprattutto dopo un passaggio decisivo, è un'emozione che non posso spiegare ma ti assicuro molto appagante. Diciamo che il ruolo mi agevola sia nella fase realizzativa, con inserimenti continui a supporto delle punte, sia in quella di rifinitura. Ed il gioco che sviluppiamo esalta le mie caratteristiche. Sono felice quando ci riesce uno schema provato in allenamento. Mi entusiasmo nel momento in cui un movimento, sincronizzato alla perfezione, ci porta alla realizzazione di una rete.”
Un'idea di calcio, quella che mettete in pratica, in cui credi molto. Questo grazie soprattutto al feeling con i responsabili tecnici.
“Si, confermo quanto hai appena detto. L'idea di calcio che sviluppiamo mi piace davvero tanto. Mi ci trovo a meraviglia. Con mister Benito Ciabattoni il rapporto si è saldato in maniera forte nelle ultime due stagioni. E' merito suo se lo scorso anno abbiamo creduto all'impensabile. Ci ha dato sicurezza. Ci ha rassicurato. Ci ha infuso la convinzione che nulla è impossibile e che tutto si può realizzare. Era difficile, dai bassifondi della classifica, credere allo spiraglio di luce in mezzo al buio. Ed invece lo abbiamo scovato e trasformato in un ampio raggio luminoso. Il campo era diventato la mia seconda casa. Arrivavo in anticipo, andavo via quasi per ultimo. I dettagli contano. Sempre. E curarli è stato un dogma da seguire con la determinazione di chi ci crede. Fino alla fine! (Tifoso juventino? N.d.A.). Quest'anno la mentalità è stata rinforzata ulteriormente. E la presenza di Benito Erbuto è fondamentale, per esperienza e capacità. L'innesto dei nuovi è stato rapido e decisivo. Con Alessandro Luzi avevo già giocato a Colli mentre con Marco Gagliardi siamo compaesani e finalmente abbiamo avuto la possibilità di giocare insieme. Christian Oddi e Fabio Brasili sono coetanei perciò ci conosciamo già da molto tempo.”
Nel prossimo turno incontrerete la capolista Rapagnano. Una partita molto dura.
“Sì, sarà una partita difficile che affronteremo, come sempre, col massimo della concentrazione e della determinazione. E' l'attuale leader della classifica, ci sarà il massimo rispetto ma nessun timore. E arriva nel momento migliore. Se avessimo giocato contro una formazione più indietro in classifica, magari, il pericolo sarebbe stato quello di sentirsi sicuri del risultato positivo in virtù della striscia vincente. Un rilassamento che non possiamo permetterci. Invece l'intensità e la concentrazione saranno ai massimi livelli. Questo lo posso garantire al 100% Nella gara di Castignano, giocata molto bene, non mi è piaciuto l'ultimo spezzone di gara . Potevamo mettere in cassaforte il risultato e invece ci siamo complicati la vita. Un atteggiamento da non ripetere in futuro. Il terreno di gioco, bellissimo, il migliore della categoria, ha esaltato il nostro stile di gioco e agevolato le verticalizzazioni. Purtroppo il campo sul quale ci alleniamo non ci permette la stessa fluidità di manovra e ci penalizza soprattutto quando le condizioni atmosferiche sono avverse.”
Facciamo ora un piccolo gioco. Chiudi gli occhi e proiettati nel futuro. Immagina, tra 10 anni, a livello sportivo, la tua collocazione. Giocatore, allenatore o istruttore delle giovanili?
“Mi reputo ancora un giovane, non ho ancora trent'anni, perciò non penso al ruolo che occuperò da grande. La cosa che vorrei accadesse, invece, sarebbe quella di incontrare un giorno uno dei ragazzi attualmente in rosa e sentirgli pronunciare queste parole: -Grazie Roberto per gli insegnamenti e per i consigli che mi hai dato. Sono stati molto preziosi e mi hanno aiutato nel mio cammino sportivo.- Sarebbe una gran soddisfazione e ciò mi riempirebbe il cuore d'orgoglio. Ho sempre custodito in me i preziosi suggerimenti che, negli anni, i compagni più esperti mi hanno trasmesso. Ero felice in quanto li consideravo dei profondi attestati di stima, significava che qualcosa valevo. In particolare sono stati i suggerimenti di Guido Crocetti, con cui ho condiviso la bellissima esperienza a Colli, a illuminarmi. E lo ringrazio per questo.
Lasciare una traccia indelebile dei propri valori in un giovane ragazzo.
La considero una delle cose più belle che il calcio possa regalare.”
Stefano Bachetti
Ufficio Stampa REV Pagliare
