Ortolani, una vita in panchina: "Com'è cambiato il calcio dilettanti"
Il tecnico riparte dall'Esanatoglia
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ESANATOGLIA. Ci sarà ancora Angelo Ortolani sulla panchina dell'Esanatoglia. La società biancoceleste ha deciso di dare continuità al progetto attuale, confermando l'allenatore anche per la stagione che sta per iniziare. Ortolani era arrivato ad Esanatoglia lo scorso febbraio al posto del dimissionario Ferranti, portando la squadra ad ottenere l'obiettivo della salvezza.
L’Esanatoglia che sta prendendo forma è cambiata in egual misura in fatto di arrivi e partenze, ma la dirigenza guidata dal giovane presidente Luca Modesti, con il ds Cristian Marani ha effettuato un buon lavoro, cercando di migliorare la qualità e consegnare a Ortolani una rosa per ben figurare. I vari Buldrini, Vrioni, Rossi, Grelloni, Santoni e Pallotta, che hanno salutato Esanatoglia, sono stati sostituiti con i nuovi Massimiliano Petroni (jolly esterno più offensivo - dal Matelica) e Gabriele Aquilanti dal Camerino (attaccante), quindi dai difensori Riccardo Tomassini (ex Petritoli) e Rocco Latini (ex Cantiano e Atl Gubbio Fossato), dal centrocampista ex Jesina Leonardo Compagnucci e da Alessio Martellucci (attaccante ex Pergolese). Novità di esperienza e qualità inserite in una base di squadra già solida e ben collaudata.
Mister Ortolani, al sito viverecamerino.it, parla della sua carriera e della nuova stagione:
“Un’avventura dettata da una passione innata che è iniziata prestissimo a 27 anni, quando fu indetto allora il primo corso per allenatori di giovani calciatori che poi serviva per l’istituzione delle Scuole Calcio. Una volta smesso di giocare ho iniziato subito ad allenare nel settore giovanile della Folgore Castelraimondo, poi da lì è iniziato un lungo cammino, due volte con la Settempeda per un totale di 6 anni, poi 4 anni di Maceratese con la Juniores Nazionale così come a Tolentino e Recanati, poi nel 2000 come responsabile del settore giovanile del Matelica. A livello di prime squadre la Settempeda, Castelraimondo, poi due anni di Fiuminata e Caldarola con in mezzo l’anno del Montemilone Pollenza, poi il Cupramontana e la storia più recente qui all’Esanatoglia”.
Nel corso di tutti questi anni, vissuti a tutti i livelli, com’è cambiato il calcio dilettantistico minore?
“E’ cambiato tantissimo, prima il calcio si basava più sulle individualità, c’erano veramente grossissimi giocatori, potrei citarne alcuni come ad esempio Riommi del Camerino e molti altri. Ora si lavora di più sotto l’aspetto tecnico tattico, studiando di più le caratteristiche degli avversari. Sono cambiati i metodi di allenamento, di preparazione. Una cosa che mi sta colpendo è poi l’effetto dei media, dei social, anche sul calcio dilettantistico come il nostro, ma i social adesso vanno di moda e si cerca di proporre un’immagine diversa del calcio a questi nostri livelli. Per cui anche sotto questo aspetto ci sono stati cambiamenti e novità enormi. Poi c’è anche la riforma dello sport che sta facendo cambiare la gestione delle società a livello dilettantistico”.
Quali sono state le soddisfazioni maggiori a livello giovanile, ricordo che agli inizi della sua carriera si parlava di un Ortolani più adatto alle squadre giovanili, bravo ad insegnare calcio, che alle squadre di categoria superiore?
“Si è vero. Questo per lo meno per come mi presentavano. Era un percorso che iniziava allora quello del settore giovanile, perché le prime scuole calcio sono nate alla fine degli anni ‘80 e primi anni ’90. Soddisfazioni anche con la stessa Castelraimondo, però parlare di soddisfazioni a livello di piccolini è sempre una cosa sbagliata, nella Maceratese dove facevo attività agonistica ai primi anni del 2002 con i giovanissimi vincemmo sia il campionato che il Trofeo Velox che sappiamo quanto è importante, ma anche con gli allievi al Matelica nel 2000 vincemmo il campionato, che permise alla società di accedere alla fase regionale. Con le squadre maggiori i playoff con la Folgore sono stati belli, anche l’anno della salvezza col Cupramontana (data per spacciata da tutti) invece ne venimmo fuori, quest’ultima salvezza con l’Esanatoglia, ma anche Pollenza, Fiuminata e Caldarola, dove sono stato chiamato per risolvere certe situazioni e ci siamo riusciti. Negli ultimi anni mi è successo spesso di subentrare per dare la cosiddetta sferzata a stagione non iniziata col piede giusto, anche queste sono belle soddisfazioni”.
Quest’anno, dopo la salvezza conquistata la scorsa stagione è stato riconfermato ad Esanatoglia, con quali prospettive, ambizioni e obiettivi?
“Dico sempre che le prospettive di ogni squadra sono quelle di vincere le partite, più possibili e prima possibile. Per la realtà dell’Esanatoglia, dove mi trovo molto bene, dal punto di vista di classifica minimo, ci poniamo lo stesso obiettivo dello scorso anno, raggiungere prima possibile la salvezza. La società, per le sue possibilità mi ha messo a disposizione una rosa importante, però ci rendiamo conto che questo girone C di Prima Categoria è difficilissimo, non ci sono squadre che improvvisano, sono tutte attrezzate e sarà una stagione durissima, dove secondo me ci sono due squadre al di sopra di tutte e altre due che potrebbero essere considerate outsider per la lotta al primato, per il resto vedo un grande equilibrio”.
Per essere più precisi in queste previsioni a chi si riferisce?
“Mi sembra, così com’è sotto gli occhi di tutti, che Settempeda e Camerino hanno molto di più rispetto ad altre squadre e rischiano di fare un campionato a parte, anche se squadre come la Vigor Montecosaro (che la scorsa stagione ha fatto un girone di ritorno da primissimi posti) che si è rinforzata, poi la stessa Porto Recanati, Montemilone Pollenza che è sempre da inserire nella lotta play-off, Poi mi incuriosisce la fusione delle due squadre di Tolentino tra Juve Club ed Elfa nell'unica Elite che si sta attrezzando molto bene”.
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