Battaglia fra Marche e Abruzzo sulla denominazione del Montepulciano
Alla base della polemica una norma reintrodotta dal Ministero dell'Agricoltura
La denominazione del vino innesca polemiche fra i produttori abruzzesi e quelli ascolani del Montepulciano. Tutto nasce da una recente norma introdotta dal Ministero dell’agricoltura, che ha stabilito nel registro nazionale della vite, accanto alla dicitura Montepulciano, il sinonimo Cordisco. La reintroduzione di questo sinonimo ha spinto il Consorzio tutela vini d’Abruzzo, a richiedere al Ministero che la denominazione Montepulciano, diventi esclusiva della produzioni abruzzesi. La questione però ha sollevato un vero e proprio putiferio interregionale, infatti, sono molte le regioni che non accettano tale richiesta, fra queste: Marche, Molise, Umbria e Toscana.
Per quanto riguarda le Marche è proprio l’Ascolano il territorio più colpito da questa norma, infatti secondo quando stabilito dai produttori ascolani, il Montepulciano nella scolano è una produzione propria con denominazione Doc e Docg che risale addirittura al 1966. In questa maniera sostengono i produttori, si mette in discussione la storicità di vitigni molto pregiati. Inoltre si mettono a repentaglio produzioni importanti in tutto io centro Italia che. I produttori, affiancati dalla associazioni di categoria, sono pronti a sostenere una battaglia contro l’introduzione di una norma che danneggerebbe tutto il settore vitivinicolo.