Rengucci: "Il calcio giovanile marchigiano non gode di buona salute"
Siamo andati a Borghetto e abbiamo intervistato Pier Paolo Rengucci (foto), uomo di calcio a 360 gradi con esperienze professionali in tutto il mondo.
Come giudica il livello del calcio giovanile marchigiano?
"In linea con gli ultimi anni a livello di atleti, pochissimi gli eccelsi, ancora peggio il livello di pseudo-allenatori e dirigenti inadeguati. Non mi esprimo sui genitori che ormai ogni weekend si picchiano..."
Non ha descritto un bel quadro…
"In questo periodo è così ed anche a livello professionistico non c’è tanta qualità. Tutte le società ad inizio anno parlano dell’importanza del settore giovanile, poi non interessa a nessuno, pensano solo alle prime squadre che siano in Lega Pro, D, Eccellenza o Promozione conta poco, a parte i fuoriquota i quali al 90% smettono l’anno seguente, sono pochissimi i giovani lanciati, tanti gli atleti che arrivano alle Juniores per passione o amicizia nel gruppo, poi abbandonano il calcio".
Dunque un dato di fatto che le nostre rappresentative, recentemente non siano andate benissimo.
"Sinceramente non ho mai capito, e con me tanti altri allenatori, come avvengono le selezioni. Qualche anno fa lo dissi e qualcuno dei capi si arrabbiò, che se prendevo tutti i giovanissimi 2006 scartati, avrei dato 3 gol alla rappresentativa, penso che i bravi atleti non ci sono solo in 4/5 società".
Pensa che i centri federali possano aiutare ad aumentare questo livello?
"Ho visto personalmente che gli staff dei centri lavorano molto bene. Il problema è sempre la selezione, chi sceglie, da chi viene segnalato, perché non chiedono ai responsabili tecnici, perchè non vengono a vedere personalmente gli atleti nelle società e soprattutto perché se dopo due stage vedono atleti non adeguati, non sostituiscono con altri che nel frattempo sono cresciuti".
Ritornando al Borghetto, sono ormai 9 anni che è in questa Società e per la prima volta nessuna squadra è approdata ai Regionali ed è il primo anno che lei non dirige ne Allievi né Giovanissimi.
"Se la sorpresa è che per la prima volta una piccola società come la nostra non è andata ai regionali, vuol dire che in questi anni abbiamo lavorato benissimo, significa che in queste due categorie ci è mancato qualcosa e che altre società meritavano più di noi. Certamente non conta che non le abbia allenate io, abbiamo due bravissimi allenatori come Polzonetti e Rossini a dirigerle, che hanno ottenuto il massimo da entrambe le compagini, ci riproveremo senza assillo il prossimo anno".
Nel suo curriculum anche esperienze con i grandi, Serie B e Primavere ma sempre all’estero, non è giunta l’ora di farlo anche in Italia?
"Non lo escludo come sempre ho fatto, amo il Settore Giovanile, ma sarebbe interessante e stimolante disputare un campionato come l’Eccellenza, il problema è che io non ho raccomandazioni e non porto sponsor. Se la società è seria vuol dire che ha un progetto, una programmazione, e in quel caso la prenderò in considerazione".