ESCLUSIVO. "Prima dell'Anconitana ero seguito da Peppino Meazza!"
Maurizio Zandegu', detto zigo zago, si racconta: "L'emozione più grande? I due gol segnati al Bath City nella finale della Coppa anglo italiana. E il mio primo gol al Dorico contro il Pescara"
Prima di approdare all'Anconitana fu addirittura nel mirino dell'Inter, seguito niente meno che da Peppino Meazza. E' uno dei retroscena della carriera di Maurizio Zandegu', che gli sportivi anconetani hanno poi ribattezzato zigo zago per le sue incredibili serpentine che mandavano in tilt le difese avversarie. A raccontarlo è lo stesso ex centroavanti, oggi sessantenne e ancora nel mondo del pallone come responsabile della scuola calcio del Villa Musone. "Prima di passare al'Ancona ero nell'ottica Inter - ha detto l'ex incubo delle difese avversarie degli anni '70 e '80 nel corso di una intervista esclusiva a "Radio Erre" - ero alle mie prime esperienze nella prima squadra del Lecco, dopo la trafila nel settore giovanile. Mi seguiva Peppino Meazza, che all'epoca era uno degli osservatori della squadra neroazzurra. Poi non se ne fece nulla, ma non ho nessun rimpianto. Tante cose le ho sfiorate, ma sono fatalista. Comunque sia mi ritengo un fortunato, perchè ho realizzato il sogno che avevo da bambino, che era quello di diventare un giocatore di calcio".
E Zandegu' di soddisfazioni se ne è tolte parecchie, pur non calcando mai i campi della serie A. "Ho giocato amichevoli contro l'Inter di Herrera, il Milan di Rocco e la Juventus di Gentile e Bettega, e vinto un titolo internazionale con il Lecco con cui ho debuttato in serie B - ricorda zigo zago - Era il lontano 1968 quando iniziai la lunga trafila nelle giovanili della piccola realtà calcistica dell'alta lombardia dove la mia famiglia si era trasferita dal Veneto. Con il Lecco vinsi anche la Coppa Italia di serie C ma il ricordo piu' bello è senza dubbio la conquista della Coppa anglo italiana del 1977. Segnai due dei tre gol nella finale con il Bath City, e quel ricordo mi emoziona tutt'oggi. Ero in una età bellissima e battere gli inglesi è sempre motivo di orgoglio nazionale, all'epoca come oggi". La carriera è poi proseguita a Treviso e alla Triestina, dove in panchina c'era un certo Ottavio Bianchi che poi trionfò con il Napoli di Maradona. "Poi arrivò l'offerta dell'Anconitana - dice Zandegu' - in quell'estate mi voleva anche l'Atalanta dove era approdato Bianchi, ma il presidente Natale Maiano offrì molto di piu' alla Triestina e mi ritrovai nelle Marche. Ovviamente non fui contentissimo anche perchè sapevo a malapena collocare Ancona sotto il profilo geografico. Poi trovai un ambiente che aveva voglia di vincere, un grande allenatore come Gigi Mascalaito. Un grande uomo che mi ha dato tanto per la crescita calcistica, e anche sotto l'aspetto umano. Concettualmente era all'avanguardia, perchè ci faceva fare molto possesso palla. Ora vive in Val di Fiemme, immerso nella natura e ci sentiamo spesso".
Zigo zago è tutt'oggi uno dei personaggi piu' amati dagli sportivi di Ancona, che ha avuto il merito di far innamorare grazie alle sue incredibili serpentine. "Sono passati trent'anni da quando giocavo con la maglia biancorossa e c'è gente che ancora si ricorda di me - dice Zandegu' - Essere nel novero dei personaggi nel cuore della tifoseria pur non avendo conquistato mai la serie B o la serie A, è motivo di grande gratificazione. Ancona mi ha voluto e mi vuole bene, e spero di averle dato delle gioie. Ricordo ancora il mio primo gol al Dorico, nell'amichevole con il Pescara. Driblai il portiere ed entrai in porta con la palla tra i piedi. Chissà, il soprannome zigo zago è nato proprio in quell'occasione. E se oggi vivo ancora qui significa che Ancona e le Marche mi hanno dato qualcosa di importante, non solo sotto l'aspetto calcistico".
L'avventura all'Ancona è andata ben oltre la carriera di calciatore, perchè prima del tracollo societario a zigo zago era stato affidato il ruolo di responsabile della scuola calcio. Un ruolo che oggi porta avanti nella piccola ma vivace realtà del Villa Musone. "E' una società giovane ma che in pochi anni ha raggiunto numeri importanti. Oggi conta quasi 300 ragazzi - dice Zandegu' - E' la mia seconda stagione in questa società nella quale sono venuto volentieri. Con il presidente Gianluca Camilletti c'è un ottimo feeling, entrambi intendiamo investire nei giovani, costruire qualcosa che faccia eccellenza con nessuna presunzione di volere tutto e subito. Per me l'attività di base è fondamentale, e a Villa Musone ho trovato una porta spalancata. Come coordinatore dell'area tecnica c'è Antonio Monaldi, con cui c'è una ottima intesa. Per raggiungere buoni risultati di qualità occorre pazienza e costruire un rapporto di confronto con i propri istruttori, al di la del diploma certificato dalla Federazione che hanno in tasca. Non vado contro il sistema ma sono convinto che per lavorare con i bambini, oltre alla giusta competenza, serve anche cuore e voglia di confrontarsi. Questo è quello che stiamo facendo al Villa Musone, e che ho riscontrato in altre poche realtà".
(Mauro Nardi)