Lasciamo i sogni ai nostri bambini... Parla Claudio Pierantozzi
L'esame sulla pericolosa deriva del calcio dilettantistico giovanile
Riceviamo e pubblichiamo con piacere, una riflessione di Claudio Pierantozzi (ex giocatore professionista), sul momento che sta vivendo il mondo del calcio.
"Voglio partire da un fatto recentemente accaduto, da una società dilettantistica che scrive ai genitori di un bambino per comunicare che il baby calciatore non rientra più nei piani della società! "Tagliato". Stiamo impazzendo!
Il calcio giovanile dilettantistico deve darsi una svegliata, basta scimmiottare il professionismo che è...ben altra cosa! Non appartiene e non apparterrà mai a noi. Noi allenatori siamo qui prima come educatori, poi come tecnici...è scritto nelle regole, altrimenti di buono rimane il nulla.
Riflettiamo un attimo: permettiamo a sponsor e ad allenatori (anche capaci) di vincere campionati con squadre di assoluto valore a dispetto di chi, con molto sacrificio (anche economico) e con tanta passione, cerca di far sognare i nostri ragazzi. Dov'è la competizione? Nel certificare che il ricco vince sempre? Non è il messaggio corretto che dobbiamo dare. Facciamo attenzione!
Non parlatemi poi di meritocrazia, di capacità, perché dove la competizione è impari, tutto ciò sparisce. Dobbiamo essere tutti per un calcio giovanile e dilettantistico, dove a farla da padrone devono essere i sogni dei ragazzi che si misurano ad armi pari, con il sacrificio, il sudore, la passione ed il tempo perso, anche nello studio, per ottenere ciò che meritano.
Questo deve essere il messaggio che la società, l'allenatore e i genitori devono dare per la crescita dei loro bambini di oggi, che saranno gli uomini di domani. Prepariamo uomini, poi atleti...nient'altro. Sapete di uomini che non sognano? Quante società dilettantistiche hanno realmente nel proprio settore giovanile uno psicologo a tempo pieno? Sulla carta tante. Quanti genitori ne hanno usufruito veramente?
Non lamentiamoci poi se il nostro calcio non raggiunge obiettivi soddisfacenti. In alcune scuole di origine latina come la nostra, (Spagna, Portogallo), iniziano a lavorare dal basso (strano ma vero...), proprio dai nostri bambini, ne cullano i loro sogni per ricavarne delle perle, ne sanno cogliere i frutti con sana pazienza, è solo questione di aspettare ed i risultati arrivano da soli. Per noi invece l'attesa è snervante e poco producente, sarò un romantico ma per me quella sopra descritta è la strada maestra, non quella che stiamo percorrendo ora.
Chiedo scusa a tutti voi che leggete, ma questo non è più "il mio calcio".