FALCONARA. Una domenica storica quella appena messa in archivio dall’Olimpia Juventus Falconara, che ha trionfato nella finalissima provinciale di Coppa Marche, battendo l’Osimo Five, sul neutro del Paolinelli di Ancona. “A dire la verità, noi a questa Coppa neanche volevamo partecipare - afferma schietto il Presidente Stefano Veronesi - il mister non ci credeva molto all’inizio ed era solo un modo per fare un paio di partite pre campionato e rodare la squadra in vista della stagione. Poi piano piano siamo andati avanti, turno dopo turno e alla fine quasi senza volerlo ci siamo ritrovati in finale contro l’Osimo Five. Alla fine è andata benissimo. Quella di ieri è stata una bella partita, con una buona cornice di pubblico, giocata con grande sportività da entrambe le squadre. Alla fine abbiamo vinto noi, è la prima volta che portiamo a casa questo trofeo e dunque la soddisfazione è doppia".

A questo punto l’Olimpia J. Falconara avrà due chance per approdare in Seconda Categoria. La compagine falconarese è in testa al girone D di Terza Categoria , proprio davanti all’Osimo Five, oltre che a Gls Dorica, Europa Costabianca e Atletico 2008, le altre squadre dal quale difendersi. “Adesso festeggiamo, ieri sera lo abbiamo fatto, ma stasera ci ritroveremo insieme alla squadra e alla dirigenza per una cena tutti insieme e capiremo il da farsi in vista del rush finale. Dovremo concentrarci sul campionato, perché ci aspettano quindici giorni tosti, avremo tre scontri diretti, con le altre che stanno lottando per il primo posto, saranno due settimane decisive - confessa Veronesi - diciamo che a questo punto abbiamo due strade da poter percorrere per andare in Seconda Categoria, continuiamo a puntare sul campionato, sapendo che se inciampiamo, avremo la possibilità di arrivare al traguardo tramite la coppa. Vedremo con il mister e la squadra su cosa puntare di più, ma in un modo o nell'altro vorremmo fare il salto di categoria, sperando che con due strade a disposizione, sperando di non chiudere la stagione con un pugno di mosche in mano”.