OFFAGNA. Andreoli shock: "Buttati anni di lavoro, chiudiamo lo stadio"
La decisione riguarda le gare della prima squadra ed arriva dopo i fatti di sabato scorso contro l'Atletico Conero

OFFAGNA. Una brutta pagina di sport quella vissuta sabato pomeriggio al "Vianello" di Offagna, quando nel secondo tempo della gara di Terza Categoria, tra Giovane Offagna e Atletico Conero, sugli spalti si è scatenata una rissa tra alcuni tifosi delle due formazioni. Solo l'arrivo delle forze dell'ordine e dei sanitari, hanno riportato l'ordine sugli spalti.
Un episodio che sembra aver toccato profondamente il Presidente della Giovane Offagna, Alessandro Andreoli, che nelle ore successive all'accaduto, ha preso la drastica deciisone di chiudere fino al termine della stagione lo stadio. Le gare della prima squadra si giocheranno quindi a porte chiuse. Una scelta volta a far riflettere e responsabilizzare tutti su quanto avvenuto, affinchè non si verifichi più.
"Un luogo di sport e di divertimento trasformato per pochi secondi in un teatro di violenza a causa della follia di pochi. Il lavoro di anni buttato all’aria in pochi istanti. Tanti sacrifici per creare un ambiente sano. Tanti sforzi per trasmettere certi valori ai nostri giovani. Tanto tempo dedicato per creare un’immagine diversa di Offagna sportiva. Tante idee per valorizzare e rendere visibile e concreta questa visione di sport e di comunità. Gran parte della credibilità costruita in tanto tempo, spazzata via in pochi minuti - lo sfogo del Presidente - Quando succedono episodi come quelli di sabato scorso, la colpa non è mai di uno solo ma di tanti. Di chi si è scagliato per primo contro l’altro alzando le mani. Di chi ha intonato il primo coro offensivo o di chi ha lanciato il primo insulto contro l’avversario. Di chi poteva intervenire con il proprio vicino per cercare di calmarlo e non lo ha fatto. Di quei dirigenti che potevano dare un esempio ancora più ineccepibile di quanto hanno fatto. Del presidente che poteva prevedere tutto. Di tutto questo e di tanto altro ancora. Ma ora è inutile trovare i colpevoli o addossare la croce perché tutti abbiamo sbagliato ma soprattutto tutti abbiamo perso. Offagna ha perso per colpa di pochi. Offagna ha dimostrato purtroppo di non essere ancora in grado di rivelarsi diversa: dagli altri e dal suo passato. Io forse, come Presidente, mi sono illuso che potesse essere così… ma ci credevo talmente tanto che ho voluto fare di tutto per riuscire in questo cambiamento. Purtroppo non è stato così e quindi adesso credo che sia giusto un periodo di riflessione collettiva. Sia necessario un silenzio collettivo. Sia necessaria una pausa. Sia necessario un segno forte".
"Dalle prossime gare il direttivo della nostra società ha deciso che lo stadio R. Vianello, per le partite della prima squadra, resterà chiuso… Il silenzio farà da cornice e prenderà il posto dei cori, dei tamburi delle bandiere e dei sorrisi. Resterà chiuso al pubblico non per obbligo o per sanzione di altri o per imposizione… ma per scelta! Per dare un segnale preciso. Per dissociarsi e per ricordare a tutti che dobbiamo sentirci tutti corresponsabili per aver perso una cosa bella che si era creata… Perché tutti potevamo fare qualcosa di più e non lo abbiamo fatto. Sicuramente è ingiusto nei confronti dei tanti tifosi bravi e appassionati che vengono allo stadio con lo spirito giusto con i quali ci scusiamo in anticipo e che approfittiamo per ringraziare di cuore per il loro affetto e sostegno - conclude il Presidente - ovviamente ci pesa come direttivo aver preso questa decisione soprattutto perché il nostro pubblico poteva essere l’uomo in più in questo scorcio finale di campionato dove ci giochiamo tutto. Ma ci vuole un segno evidente, visibile e forte che ci faccia riflettere tutti. Cosicché un giorno, quando potremo tornare tutti insieme allo stadio, ci sentiremo probabilmente tutti un po’ più responsabili, gli uni degli altri e del comportamento che abbiamo noi e che ha il nostro vicino… perché certe cose non succedano più. Per onore dello sport, per coerenza nei confronti dei giovani a cui vogliamo insegnare qualcosa ma, soprattutto, per rispetto di tutti coloro che fanno tanti sacrifici e dedicano tanto tempo a questo progetto della Giovane Offagna e che non meritano che ciò venga vanificato da chi, certi valori, non è capace di viverli".
