Riceviamo e pubblichiamo dalla società AUDAX di Montegiorgio (Terza categoria):
"Buongiorno famiglia AUDAX, negli ultimi tre anni abbiamo condiviso e coltivato un grande sogno: difendere i colori di una squadra di calcio di amici legati dall’amore per Montegiorgio.
Inoltre, negli ultimi 18 mesi abbiamo anche inseguito un altro sogno: quello di poter giocare in un rinnovato Luigi Marziali, il campo dove è nato il movimento calcistico montegiorgese e dove la maggior parte di noi ha svolto tutta, o gran parte, della propria carriera da calciatore.
Purtroppo, lo dico con il cuore pieno di amarezza, è il momento di ammettere che questi sogni sono per sempre svaniti.
In un’annata sportiva dove scoramento, sfiducia, polemiche hanno preso il sopravvento su condivisione, impegno, lavoro, unità di intenti, nessuno di noi è riuscito a dare quella scossa necessaria per poter dare un senso a quello che stavamo facendo.
La responsabilità di questo grande fallimento è di tutti, nessuno escluso.
E’ del sottoscritto che, in tre campionati non è riuscito sia a capire quale fosse il vero valore tecnico e, soprattutto umano, dei giocatori in rosa, sia a reagire con prontezza alla mancanza di personalità della squadra, agli abbandoni che si sono susseguiti in questa stagione, al clima che si era creato intorno alla squadra.
E’ dei giocatori, sia di chi non ha mantenuto gli impegni presi in estate, sia di chi ha declinato l’invito ad alzare l’asticella del lavoro, sia di chi non si è preso la responsabilità di aiutare il gruppo a fare di più, sia di chi ha anteposto altri interessi a quello di squadra, sia di chi non si è mai messo in discussione, addebitando agli altri la responsabilità per quello che stava accadendo.
Anche lo staff tecnico ha le sue responsabilità: il tecnico con cui abbiamo iniziato perché ha deciso di abbandonare la squadra all’improvviso, sfiduciando senza appello il gruppo che solo poche settimane prima aveva guidato fin alle porte dei playoff. Anche chi è subentrato, con chi gli è stato accanto, nonostante l’impegno profuso, non è riuscito né a smuovere le coscienze dei singoli, nè a mettere la squadra dinnanzi alle proprie responsabilità, adeguandosi ad una triste quotidianietà fatta di ritardi, assenze, scarso impegno.
Non credo che la mancanza di risultati, infortuni (tanti) e squalifiche (troppe), abbandoni possa giustificare tutto quello che è successo. Il calcio non è una scienza esatta e annate storte possono capitare, quello che non deve mai mancare è il piacere di stare insieme, la fiducia reciproca, la voglia di condividere sia i momenti brutti che quelli belli, di onorare gli impegni presi. Purtroppo tutto questo è mancato, e il risultato conseguito ne è diretta conseguenza.
Alla fine di questa esperienza, ringraziando tutti per quello che avete dato e per tutto quello che abbiamo condiviso (peccato per il triste finale), vi giunga il mio più sincero augurio per future fortune nel calcio e, soprattutto, nella vita".