"Per qualcuno non ce l'avrei mai fatta..." Sensi, da Urbania all'Inter
Il calciatore marchigiano dal Sassuolo approda nel club nerazzurro: "E' un sogno che si avvera"
“È un sogno che diventa realtà”. Stefano Sensi, il calciatore nato ad Urbino ma cresciuto ad Urbania approdato all’Inter dal Sassuolo, non sta nella pelle. Centrocampista classe 1995, Sensi si trasferisce al club nerazzurro a titolo temporaneo annuale con diritto di opzione. Alla società emiliana, che nell’affare prenderà il giovane Marco Sala per 5 milioni, andranno 5 milioni per il prestito, con riscatto fissato a 25.
“Ho fatto chilometri e sacrifici – dice Stefano Sensi - ho sorriso, ho pianto. Ho vinto ma ho anche perso. C'era chi diceva che non ce l'avrei mai fatta. E poi c'è chi ha sempre creduto in me. La mia famiglia, la mia Giulia, il mio agente, i miei amici. Ed oggi sono qui. E sono dell'Inter. E non c'è cosa più bella per me. Raccontare e descrivere quello che sento dentro da qualche giorno, è impossibile. Non ci provo neanche. Non sono bravo a parole, preferisco il campo. Il sogno però è appena iniziato e spero che diventi presto realtà, anzi favola. Perché voglio convincere e poi voglio vincere. Non vedo l'ora di entrare alla Pinetina, sudare la maglia nerazzurra, calpestare l'erba di San Siro. Sono felice”.
In un'intervista a Il Ducato, raccontò di sè, ecco il rapporto di Sensi con la sua città natale...
"Quando ho qualche giorno libero mi fa piacere tornare ad Urbania, i miei genitori e la mia famiglia sono lì. Ma esco poco, preferisco stare tranquillo con i miei amici, gli stessi con cui giocavo a calcio quando ero bambino. Al massimo ci facciamo una passeggiata o andiamo a bere una cosa al bar".
E Urbino?
"Devo dire la verità, a Urbino ci son stato poche volte. Anche perché quando stavo a Urbania avevo 12 anni ed era un po’ presto per uscire e andare in giro. In questi anni ho avuto modo di visitarla insieme ai miei amici e devo ammettere che è una bellissima città".
Che consiglio daresti a un giovane calciatore dell’Urbania che vuole ripercorrere le tue orme?
"Il mio consiglio é quello di dare sempre il massimo e porsi degli obiettivi. Solo in questo modo si può avere la forza mentale di andare avanti e non arrendersi. Consiglio anche di smettere di usare tutte le tecnologie che sono oggi di moda tra i ragazzi: quando ero bambino io passavo il mio tempo a giocare a calcio in un campetto vicino casa, ora la maggior parte dei bambini sta di fronte a cellulari o nuove tecnologie. Forse questa è stata la mia fortuna: avere un campetto e degli amici con cui giocare".
Pensi che piccole realtà come l’Urbania possano essere bacini di talenti del futuro?
Sicuramente si. Nel caso di Urbania secondo me c’è sempre stato un grosso potenziale, anche quando giocavo io c’erano tanti ragazzi bravi. E ancora oggi credo sia così. Quando torno mi capita spesso di seguire l’Urbania e ci sono ottimi giocatori. Quello che ho fatto io lo possono fare anche loro".