Manuelli: "Il passato è alle spalle, la Jesina deve guardare avanti!"
Anche l'ex allenatore dei leoncelli interviene sulle polemiche legate alla gestione del campionato interrotto dal Covid-19
JESI. Attese per oggi le decisioni ufficiali della Lega Nazionale Dilettanti che, tra le altre cose, dovrebbero confermare la retrocessione in Eccellenza delle ultime 4 classificate del campionato di Serie D. Sembrerebbe pertanto ormai scontata la retrocessione della Jesina nel massimo torneo regionale, visto che al momento dello stop per il coronavirus i leoncelli occupavano l’ultimo posto della graduatoria.
In merito all’ultima stagione della Jesina, sia sulla carta stampata che sui siti specializzati, sono circolate nei giorni scorsi molte critiche, specialmente riferite alla costruzione della squadra durante l’estate scorsa. A tal proposito abbiamo avuto il piacere di sentire l’opinione dell’allenatore che ha iniziato la stagione alla guida della Jesina. Parliamo di Omar Manuelli (foto) che abbiamo raggiunto telefonicamente.
Molti parlano di errori nella fase iniziale della stagione, lei che era parte in causa cosa ci può dire?
“Indubbiamente degli errori sono stati commessi, ma ridurre tutto solo ed esclusivamente alla prima parte del torneo mi sembra quanto meno riduttivo. Continuare a scaricare ancora tutte le colpe su Gagliardini e Micozzi, credo sia ingeneroso, tanto più che loro sono andati via dopo 4/5 gare di campionato ed io alla settima giornata. Nel calcio i meriti per le vittorie e le colpe delle sconfitte vanno divisi equamente tra tutti, dal presidente al magazziniere, mentre mi sembra che si continui a ragionare in maniera diversa”.
Che tipo di problemi ci sono stati in quella prima fase di stagione?
“Diciamo che l’ambiente non si è compattato, abbiamo lavorato anche in condizioni difficili per via degli impianti, ci sono state tante chiacchiere e non tutte a fin di bene. I due direttori se ne sono andati dopo un paio di mesi e nelle successive tre settimane, in pratica mi sono ritrovato a fare una parte del loro lavoro, nella gestione del rapporto con la squadra e sinceramente non è stato semplice”.
I risultati non sono comunque arrivati ed è finita anche la sua collaborazione.
“Nel calcio è normale, chi fa il mio mestiere è legato ai risultati, al di la di tutte le belle parole, alla fine contano solo i punti, non sono arrivati e giustamente chi di dovere ha deciso di cambiare strada. Ricordo però che mancavano ancora 23 partite alla fine e credo ci fosse il tempo per provare a recuperare, purtroppo non è successo”.
Come mai a suo giudizio non è arrivata quella famosa sterzata che a volte fa cambiare il corso degli eventi?
“Difficile dare un giudizio dall'esterno, dopo di me ci sono stati altri due allenatori ed anche altri due direttori sportivi come Amici e Cossu, talvolta è sembrato che potesse scoccare una scintilla, ma alla fine nulla è cambiato e la Jesina ha sempre lottato nelle retrovie della classifica. Nel mercato di dicembre la società ha cercato anche di dare una svolta a livello di organico, ma senza successo, poi è arrivato il Covid-19 e tutto si è fermato. Ecco, anche per questo sono dispiaciuto quando sento parlare di colpe derivanti solo alla fase iniziale, sicuramente ci saranno state, ma legare i pessimi risultati di tutta la stagione solo a quel periodo, lo trovo poco corretto”.
Senza voler accampare scuse, possiamo dire che nelle prime gare non siete stati molto fortunati?
“La classifica nelle settimane seguenti ha dimostrato che ad inizio stagione abbiamo affrontato tutte le squadre più forti del torneo e c’è rammarico per alcuni risultati decisi da episodi nei minuti finali. A mio giudizio sul campo avremmo meritato quei 4/5 punti in più, che ci avrebbero permesso di lavorare con maggiore tranquillità. Inoltre siamo partiti, in accordo con la società, con l’obiettivo di valorizzare i giovani del vivaio che non avevano alcuna esperienza in prima squadra, abbiamo insistito con loro provando a farli crescere, dispiace vedere che in seguito i ragazzi della Juniores sono sparti e si è puntato su persone più esperte. Il risultato finale è stato che i ragazzi non hanno fatto quella esperienza che sarebbe stata utilissima quest’anno. Non abbiamo la controprova, ma chissà...magari continuando a lavorare con loro, la stagione avrebbe potuto avere un esito diverso”.