Renzi e Verdecchia in coro: "Prima la salute e poi si pensi a giocare"
Il diesse dell'Elpidiense Cascinare e il presidente della Pinturetta Falcor bocciano il modello veneto. Giocare solo in condizioni di massima sicurezza
Valutare con attenzione la situazione, specie a livello sanitario, prima di prendere qualsiasi decisione. Modello Veneto comunque bocciato da due dirigenti di lungo corso del calcio elpidiense come Giovanni Renzi (foto) direttore sportivo dell’Elpidiense Cascinare e Stelio Verdecchia (foto) presidente della Pinturetta Falcor. Squadre entrambe iscritte al girone D di Prima categoria.
Giovanni Renzi – “In un momento come quello attuale, penso sia difficile prendere delle decisioni serie e ponderate. Prima di tutto si dovrà valutare attentamente l’evoluzione del Covid-19 che al momento resta piuttosto preoccupante. Non mi sembra ci siano le condizioni minime per garantire uno svolgimento regolare della stagione. Il modello veneto sarebbe solo una possibilità che non risolverebbe certo i punti fondamentali, visto che comunque si scenderebbe in campo, anche se per un numero molto limitato di gare. Non vorrei essere particolarmente negativo al riguardo, ma bisognerebbe lavorare per evitare di correre ulteriori rischi per la salute. Per fare ciò si dovrebbero adottare tante di quelle precauzioni che finirebbero per mettere in grossa difficoltà numerose società come la nostra. Bisogna ammettere che la maggior parte di noi non è sufficientemente attrezzato e preparato per convivere con questa pandemia. Forse spostare tutto al prossimo agosto potrebbe aiutare molte società”.
Stelio Verdecchia – “La situazione certamente non è semplice, ma comunque va affrontata nella maniera più seria possibile. In primo luogo si dovrà fare un’attenta valutazione del percorso della pandemia e prevedere una messa in sicurezza, dal punto di vista sanitario, di tutto il movimento calcistico regionale. Solo dopo aver raggiunto questo primo obiettivo si potrà pensare eventualmente a scendere in campo. Se si decidesse di farlo, trovo bizzarro che ciò avvenga per metà campionato e non per tutto. Nel caso tutto andasse per il meglio la stagione andrebbe giocata fino in fondo, se occorre anche nei mesi di giugno e luglio, quando si darebbe modo anche ai tifosi di essere più vicini alle squadre. Se invece non ci fossero le condizioni minime di sicurezza, sarebbe molto più logico e serio posticipare tutto e riparlarne a settembre del 2021, quando sicuramente la situazione sarà molto più chiara. Voglio sperare che non si percorrano scorciatoie, tipo il cosiddetto modello veneto, che finirebbe per falsare una stagione facendo comunque correre gli stessi rischi ai tesserati delle società”.