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LA SFIDA. Cellini, Panichi, Camilletti: corsa a tre per il Comitato

Paolo Cellini, Ivo Panichi, Angelo Camilletti. Eccoli gli sfidanti che il prossimo 9 gennaio al PalaPrometeo Estra di Ancona corrono per la carica di Presidente del Comitato Marche della FIGC. Intanto continua la corsa sul territorio in casa delle società a caccia di designazioni utili ad avanzare le candidature. Ne serviranno almeno 100 per il presidente e 50 per i consiglieri, ma ogni singola associazione potrà esprimerne soltanto una. Saranno 422 le società marchigiane aventi diritto al voto. Il vertice uscente, per via della legge elettorale e di più mandati, dovrà ottenere il 55 per cento dei voti per vincere, mentre a Panichi e Camilletti sarà sufficiente il 50 per cento più uno.

 

ECCO LE INTERVISTE AI 3 CANDIDATI (DA IL RESTO DEL CARLINO)

PAOLO CELLINI
Paolo Cellini, 82 anni, è il presidente uscente.
Cellini, soddisfatti di questi risultati?
«Orgogliosi, come devono esserlo tutti coloro, società per prime, che sono coinvolti. Le Marche sono ai vertici nel resoconto che invia la Figc. Come dilettanti e giovani viaggiamo con Piemonte, Toscana e Sicilia».
La pandemia ha stravolto i piani: come avete operato?
«Consci delle sospensioni a livello nazionale, in quanto la salute resta la prerogativa di tutti, abbiamo deciso di ridimensionare gli organici per ripartire evitando il congelamento dell’attività della scorsa stagione».
Quando pensate di farlo?
«Non appena ci saranno le condizioni e quando arriveranno norme generali da Roma. Ma la linea è quella che abbiamo adottato dall’inizio: il dialogo con le società».
Alcune sono in difficoltà: come le sosterrete?
«Manterremo la centralità delle società, potenzieremo la Consulta, ampliando i campi a Covid, fiscalità, finanziamento e rapporti istituzionali. Massima attenzione all’attività giovanile e femminile».
Perché votarla?
«Perché dopo tanti anni avrei potuto anche lasciare. Ma abbiamo a cuore il calcio in questa Regione».

IVO PANICHI
Per 40 anni impegnato in un’azienda internazionale, gli ultimi 15 da manager con il titolo di Cavaliere Omri nel ‘96. Nello sport ha ricevuto la benemerenza Figc e la Stella Argento del Coni. Da dieci anni vicepresidente vicario del Comitato regionale: ora scende in campo per il ruolo preminente. È Ivo Panichi, 77 anni.
Panichi, da cosa nasce questa volontà?
«L’attività federale mi ha dato molto. Come credo di aver dato io in termini di modernizzazione, gestione ed informatizzazione. Vorrei provare una nuova sfida, che mi era stata già proposta in passato, ma poi fui costretto a rinunciare. Adesso mi metto in gioco. Anche per riprendere in mano alcuni progetti rimasti indietro».
Tipo?
«Penso al potenziamento del rapporto diretto che dovrà avere il Comitato con le società e la riduzione dei costi per gli affiliati».
Come ha scelto la sua squadra?
«Tenendo conto di chi sono. Delle loro esperienze lavorative e quelle in campo dilettantistico. E sono tutte persone che hanno operato al nostro livello, nella realtà di base, dunque espressione del popolo. Senza ricorrere a chi ha navigato altrove…».
Cosa risponde a chi dice che lei e Cellini siete la stessa cosa, avendo collaborato per molti anni?
«Che per prima cosa abbiamo una formazione ben diversa. Lui di tipo letterario, io manageriale. Il nostro approccio è differente, tra noi c’è rispetto reciproco, ma non sempre siamo andati d’accordo. Io sono la discontinuità nella continuità».
Se fosse eletto, che cosa farebbe per prima cosa?
«Riallacciare i rapporti con le società e riprendere in mano la riapertura della stagione agonistica. Se alla scadenza del Dpcm, il 15 gennaio, non ci fosse consentito di tornare a giocare, ragioneremo assieme ai club per trovare le soluzioni più adatte».


ANGELO CAMILLETTI
Angelo Camilletti (62 anni), vicepresidente della Recanatese e braccio destro dell’imprenditore Adolfo Guzzini anche nell’azienda IGuzzini di cui è direttore del personale.
Camilletti, che cosa cambierà se sarà eletto?
«Senza dubbio c’è da cancellare un paradigma consolidato da troppo tempo. Vorremmo creare un Comitato a servizio delle società e non il contrario, come è stato. Un Comitato più attento verso chi rappresenta, più partecipe e capace di ascoltare».
Le prime mosse?
«Sicuramente un incontro con le società, divise per categorie. È un momento delicato, ma dobbiamo condividere insieme un futuro sul campo e in sicurezza. Abbiamo l’obbligo di sentirle, non è giusto che le decisioni arrivino da Palazzo».
Avete immaginato come ripartire?
«In Eccellenza vedrei bene il modello-Veneto, con il girone di sola andata, al quale eventualmente aggiungere un playoff allargato a più squadre. Dalla Promozione in giù, considerati organici ristretti, se si riuscisse a partire a febbraio si potrebbe anche concludere la stagione regolare. Ma i tempi li detta il Covid».
Che squadra ha formato?
«Equilibrata, come dev’essere una buona rosa di calcio, e rappresentativa dei territori. E che guardi con occhi attenti al mondo dei giovani e del femminile. Lo sport non è solo dei maschi e degli adulti».
Perché le società dovrebbero scegliervi?
«Premetto che voglio ringraziare Cellini: chi dedica 25 anni al calcio va elogiato. Ma serve un cambio di passo. Il nostro entusiasmo, la nostra motivazione, spero faranno la differenza in chiave progettuale e nella volontà di disegnare un futuro diverso. Penso ai servizi, da potenziare, e alla sfera sociale».

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  Scritto da La Redazione il 02/01/2021
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