FOSSOMBRONE: Eddy Mengo ti dice come si vincono gli spareggi nazionali
L'allenatore, con il suo Porto Sant'Elpidio, è stato l'ultimo ad ottenere la D attraverso i playoff

PORTO SANT'ELPIDIO. Manca ormai pochissimo all'inizio dei playoff nazionali di Eccellenza, che vedrà impagnato il Fossombrone. I metaurensi, dopo aver vinto la finale regionale contro l'Atletico Gallo, sarà chiamato ad affrontare il primo turno nazionale, che lo vedrà opposto ai romani del Certosa. Un percorso che potrebbe portare il Fossombrone in Serie D. L'ultima squadra marchigiana ad accedere alla Quarta Serie attraverso la lunga strada dei playoff, fu il Porto Sant'Elpidio di mister Eddy Mengo, nella stagione 2018/2019, battendo prima gli abruzzesi della Torrese, quindi i toscani del Poggibonsi.
Mister Mengo, che cosa significa affrontare e vincere gli spareggi nazionali?
"Sicuramente la nostra forza, fu l'entusiasmo che si venne a creare nell'ultimo mese. Eravamo partiti per salvarci e ci ritrovammo a chiudere secondi in classifica. Società, squadra e tifosi erano diventati un tutt'uno. Dai play-off regionali a quelli nazionali, ogni partita i nostri tifosi riempirono le tribune. A Poggibonsi per il ritorno del secondo e decisivo turno, ci seguirono in 400 se non ricordo male. Fu un periodo bellissimo, c'era un'atmosfera magica, di quelle per cui vale la pena giocare a calcio. Ricordo che dopo la vittoria finale a Poggibonsi, c'era la gioia di aver vinto, ma anche la malinconia che quel bellissimo periodo era ormai finito".
Arrivati a questo punto, qual'è l'aspetto fondamentale per affrontare al meglio i playoff nazionali?
"Credo che l'entusiasmo e lo stato psicofisico facciano la differenza, annullando le questioni tecnico tattiche. Quell'anno arrivammo alla fine molto carichi, sia mentalmente, che fisicamente. In campionato dopo la sconfitta nello scontro diretto con il Tolentino, ci concentrammo esclusivamente sui playoff. A livello atletico mettemmo a punto un piano preciso con il preparatore atletico Montesanto. Rispetto ad ora, erano giornate roventi e decidemmo di far allenare chi poteva alle 15.00, per abituarci alle temperature delle partite, mentre chi lavorava si allenava alle 19.00 come era solito. Arrivammo al 100% delle nostre forze e fu determinante, incontrammo Torrese e Poggibonsi, che invece avevano speso molto ed erano più scariche di noi, come mi confermarono anche Maio e Miccoli, che l'anno dopo giocarono con noi".
Gli allenatori in questo caso, conoscono poco le avversarie, come si prepara la gara sotto l'aspetto tattico?
"Non nascondo che insieme al mister del Fabriano, ci ritrovammo a vedere la finale della Torrese, per capire che squadra fosse, mentre a Poggibonsi mandai un mio amico per farmi raccontare qualcosa. La nostra forza però fu quella di lavorare su noi stessi, senza pensare troppo agli altri. Durante l'anno avevamo lavorato sempre sullo stesso aspetto tattico e arrivati alla fine i ragazzi sapevano a memoria cosa c'era da fare".
Quanto può contare giocare l'andata in casa propria?
"Avendo vinto i playoff, ti dico che giocare in casa o in trasferta non conta nulla. Però certo, giocare in casa e vincere bene, ti permette di affrontare il ritorno con più serenità. Noi poi non potemmo giocare al Ferranti di Porto Sant'Elpidio, che non era idoneo per quel tipo di partite, quindi dovemmo spostarci a Civitanova Marche e di fatto in casa non ci giocammo mai, ma come detto prima, il nostro pubblico riuscì a trascinarci ovunque e spero valga lo stesso anche per il Fossombrone, al quale faccio un grande in bocca al lupo!".
