A Napoli la statua di Maradona opera del civitanovese Paolo Ottone
CIVITANOVA MARCHE. “Ho visto Maradona! Ho visto Maradona!” cantava la curva napoletana negli anni ‘80 quando il fuoriclasse argentino trascinava la società partenopea alla conquista dello scudetto. Ebbene ora Diego Armando Maradona potranno vederlo tutti, sotto al “murales” a lui dedicato ai Quartieri Spagnoli. Da alcuni giorni infatti a Napoli c’è una scultura del grande calciatore, diversa però da tutte le altre che potreste trovare in giro per il mondo. L’opera si intitola: “5 luglio 1984” ed è stata fatta dell’artista civitanovese Paolo Ottone con il quale abbiamo avuto il piacere di conversare.
Un pochino della nostra regione nel cuore di Napoli, come è venuta l’idea di fare una statua di un personaggio come Maradona?
“E’ da molto tempo che il Pibe de oro è una fonte d’ispirazione e uno dei miei soggetti preferiti, ma sempre in forma ridotta e quasi per puro piacere personale. Avevo in mente di fare prima o poi qualcosa di più voluminoso e l’occasione si è presentata con un viaggio a Napoli insieme alla mia compagna. Siamo stati nella zona del murales, ho incontrato alcuni tifosi ai quali ho mostrato le foto di alcune mie opere riguardanti il calciatore ed insieme è nata di l’idea di fare qualcosa da portare in quell’ambiente. Ci ho riflettuto e poi mi sono messo al lavoro e dopo un paio di mesi ho caricato tutto in macchina e sono tornato ai Quartieri Spagnoli, a Largo Maradona con la mia opera”.
Perchè Maradona e perché il nome dell’opera è una data?
“Maradona è stato il personaggio più rivoluzionario ed anticonformista della nostra epoca. A distanza di anni il suo mito non conosce cedimenti, anzi sembra rafforzarsi e poi basta fare una semplice considerazione. Di solito le opere d’arte sono state dedicati a personaggi storici, condottieri, politici, scienziati, ecc.. lui è uno dei pochi esempi di persona comune che è riuscita a guadagnare l’affetto di milioni di persone, restando sempre se stesso. Ha anche sbagliato tanto nella vita, ma questo lo ha reso ancora più umano e vicino al cuore della gente. La data è il giorno del suo arrivo in Italia, quando viene presentato al San Paolo ed inizia il suo rapporto di amore con la città”.
Hai rappresentato un Maradona seduto a terra e non il calciatore nel fulgore dell’azione agonistica. Perchè hai fatto questa scelta?
“Ho voluto rappresentare prima l’uomo del calciatore. Non il fenomeno calcistico, ma il ragazzo semplice, figlio di una famiglia poverissima che attraversa l’oceano e trova ricchezza e fama in Europa. Il giovane che con una maglietta, un paio di pantaloncini e delle scarpe da passeggio, già al primo incontro fa impazzire la folla. Ho letto molte cose di lui, ho visto diversi documentari e il mio intento era quello di dare di Diego Armando Maradona un’interpretazione diversa dalle altre, tutte legate al mondo del calcio. Penso di esserci riuscito, lui non è stato solo un calciatore, ma molto, molto di più!”.
Parlaci della scultura che ora è a Napoli, dove si potrà vedere?
“Il 9 ottobre l’ho consegnata agli amici dei Quartieri Spagnoli, in termine tecnico parliamo di una Terracotta Bronzata dalle dimensioni un pochino inferiori a quelle reali. La scultura è stata posizionata sotto al famoso murales con la faccia di Maradona, per ora sulla base in legno con la quale l’ho trasportata, ma stanno preparando un piedistallo e anche una sorta di teca in vetro per proteggerla da eventuali danneggiamenti, purtroppo sempre possibili”.
Per finire, sempre restando nell’argomento Maradona, qual’è il sogno nel cassetto dell’artista Paolo Ottone?
“Maradona è un soggetto straordinario, una fonte d’ispirazione quasi infinita, non solo mia ma in generale di tanti artisti. Ora non nego che mi piacerebbe fare qualcosa da portare nella sua terra di origine, ovvero in Argentina. Il sogno sarebbe di fare una scultura per lo Stadio o il quartiere della Boca, dove è forte il legame con l’Italia e dove il mito Maradona è sempre vivo. Vediamo se in futuro sarà possibile omaggiare anche in Sud America un personaggio unico ed irripetibile, sia come calciatore che come uomo”.