MACERATESE. Mister Alessandro Porro in Cina per il progetto ViaSoccer
Il resoconto dell'esperienza del responsabile della scuola calcio biancorossa
Da Marco Polo ad Alessandro Porro.
Assonanza nel cognome a parte, il responsabile della Scuola Calcio della Maceratese è appena rientrato dopo una importante esperienza in Cina. In qualità di docente della FIGC, Porro è stato chiamato per collaborare con il progetto ViaSoccer e ha trascorso ben due settimane nel lontano oriente. La prima volta per un tecnico della Maceratese.
ViaSoccer è una società che dal 2014 usa il calcio come ponte culturale, tra Usa, Italia e soprattutto Cina. Porro è stato una settimana nella città di Suzhou che vanta ben 12 milioni di abitanti e poi altri sette giorni a Taikang. Ha lavorato a stretto contatto con istruttori di calcio locali, che poi sono insegnanti di educazione fisica nelle scuole equivalenti alle nostre medie.
In cosa consistevano questi incontri?
“Ho mostrato come facciamo calcio con i ragazzini e come correggiamo eventuali errori, siamo stati sul campo con lezioni pratiche, approfondendo ad esempio i gesti tecnici e abbiamo trascorso del tempo in aula con la parte teorica”.
Il modo di intendere il calcio là è tanto diverso rispetto a noi?
“Più che altro prima vengono altri sport come il ping pong, il basket o la pallavolo. Dopo anni di grossa promozione, adesso il governo sta spingendo meno con il calcio. Comunque come strutture sono messi bene“.
Che approccio hanno gli adolescenti cinesi?
“Direi più militaresco, educati ad eseguire”.
Si è parlato anche della Maceratese?
“Sì perché ho fatto vedere i filmati delle nostre squadre, di come facciamo svolgere gli allenamenti e loro sono rimasti colpiti dal nostro livello”.
Per te era la prima volta in Cina?
“Sì, sono andato da solo e là mi sono fatto aiutare da un interprete. Si lavorava fino alle 16 seguendo gli orari scolastici. Quello che mi ha sorpreso è che non c’era lo smog che pensavo di trovare e si sentono pochi rumori perché guidano tutti auto elettriche”.
Cosa ti è mancato dell’Italia oltre la famiglia? Immagino il cibo…”
In verità a me piace sperimentare e quindi ho assaggiato parecchie cose, anche se ammetto che appena rientrato mi sono fatto una carbonara. Ovvio che stando da solo mi è mancata la compagnia, la condivisione, ma purtroppo mia moglie non poteva venire con me. Nel complesso una esperienza piacevolissima. Devo dire che la quotidianità del lavoro assieme ai bambini e ai ragazzi della Maceratese mi è stata molto utile per svolgere al meglio questo incarico datomi dalla federazione”.