Francesco Livi: "Il ruolo del diesse è fondamentale nelle società"
Il direttore sportivo del Montecosaro parla anche del prossimo confronto con il Monturano Campiglione e della stagione della sua squadra.
MONTECOSARO. Reduce da una vittoria molto significativa, ottenuta sabato scorso contro l'Atletico Azzurra Colli, il Montecosaro è atteso dalla trasferta in casa della più bella realtà del campionato di Promozione di quest'anno, ovvero il Monturano Campiglione. Un confronto non banale per la squadra di mister Cantatore, uno snodo che potrebbe permettere di guardare sotto un'ottica diversa tutta la stagione dei giallorossi. Abbiamo fatto un punto della situazione insieme a Francesco Livi (foto), alla sua terza stagione a Montecosaro con il ruolo di direttore sportivo.
Partiamo da un giudizio sulla prossima gara di campionato.
“Ci rendiamo conto che quella di Monte Urano è una trasferta delicata, un'avversaria in gran forma con il morale alle stelle, che dispone inoltre di un organico di primissimo piano e di un tecnico esperto e capace come pochi. Ciò non toglie che noi andremo per far bene, provando a portare a casa un risultato positivo”.
Qual'è il programma che ad inizio stagione vi siete dato con la società?
“L'input della nostra società è chiaro, l'obiettivo è il mantenimento di una categoria che pensiamo di meritare, per questo motivo lavoriamo con un gruppo che nel corso dell'ultimo periodo è cambiato pochissimo, giocatori che conosciamo e stimiamo e sui quali sappiamo di poter contare ad occhi chiusi”.
Accanto a loro avete però inserito dei giovani che si stanno disimpegnando bene.
“Lavoriamo per far crescere questi ragazzi e anche quest'anno si stanno mettendo in luce alcuni elementi molto interessanti, che si stanno facendo largo con discreta autorità. Abbiamo una decina di classe 2000 e 2001 ai quali stiamo dando sempre più spazio: Del Gobbo, Tramannoni, Bartolini, Ciucci, Acquaroli, Lattanzi, Mecozzi, Foresi, Mariani, senza contare i '99 che ormai sono dei punti fermi come Mauro Torresi, Quintabà e Mazzante. Tutti questi ragazzi sono i fiori all'occhiello della nostra attività”.
Sei da tanti anni nel settore, sempre con ottimi risultati, proviamo a riepilogare alcuni passaggi significativi della tua carriera che ricordi con particolare piacere.
“Così di primo acchitto...la vittoria del campionato di Promozione con la Fermana, la vittoria in Prima categoria con il Servigliano che quando arrivai era al sesto posto, la salvezza con il Corridonia nel campionato di Eccellenza nella stagione in cui c'era anche la Sambenedettese. Credo però che l'annata più incredibile sia quella con il Montelupone, mi chiamarono con la squadra ultima con 5 punti alla fine del girone di andata, nel ritorno facemmo 34 punti e ci salvammo direttamente. Quel ricordo resta indelebile”
Di questi anni a Montecosaro che ci dici?
“Sono soddisfatto, stiamo facendo quello che è nelle nostre possibilità. Al mio arrivo pur facendo benissimo non riuscimmo a salvarci e fummo però ripescati, l'anno scorso 41 punti e campionato tranquillo, ora siamo a metà classifica quota 23. Niente di starordinario, ma in linea con le nostre ambizioni”.
Nel tuo lavoro: la costruzione di una squadra, la scelta di un allenatore e dei giocatori, quanto conta la fortuna e quanto incide la bravura di un direttore sportivo?
“Difficile quantificare in percentuale, sono dell'avviso che la professionalità incida molto. D'altra parte i numeri di solito non tradiscono, anzi parlano molto chiaro. Conoscere le persone, saper valutare determinati soggetti, seguire di persona molte gare, saper valutare freddamente le situazioni, a mio avviso sono aspetti determinanti. I dirigenti di società, a volte per troppo amore, sono spesso coinvolti in situazioni che invece necessitano di una persona esterna, quasi super partes, in grado di fare una valutazione realistica delle varie situazioni. Non è un caso, a mio modo di vedere, che quelle società che hanno al loro interno una figura professionale riconosciuta, di norma funzionino meglio delle altre”.
Chiudiamo con una nota di colore. Sabato ritroverai due tuoi pupilli: Ulivello e Cozzi, cosa ti senti di dire loro?
“Due ragazzi che stimo e con i quali ho vissuto tanti momenti indimenticabili e che vorrei avere sempre nella mia squadra, sia per le loro qualità morali che tecniche. Capisco però che talvolta la vita ci mette di fronte a un bivio e dobbiamo scegliere da quale parte andare, mi auguro per loro che abbiano fatto la scelta giusta”.