ESCLUSIVO! Il Milan, Cosmi, l'Australia: a tu per tu con Zeljko Kalac
Vai alla galleriaUn caldo pomeriggio di "quasi" estate, lungomare di Porto d’Ascoli. Una chiacchierata tra vecchi amici, con qualche sigaretta e il cellulare che a volte interrompe il discorso. Dall’altra parte prima Massimo Ambrosini e poi Massimo Oddo, insomma di certo non gli ultimi arrivati. A parlare con loro un omone di 2 metri e 2, ex portiere della nazionale australiana ma anche del Milan (ben 5 anni) oltre a Leicester, Roda e Perugia con tanto di esperienza mondiale. Un pomeriggio di caldo estivo a parlare di calcio con Zeljko Kalac, classe 1972, attualmente al Sidney Wanderers, come preparatore dei portieri, squadra di riferimento della serie A australiana. Disponibilità massima da parte di Zeljko, in Italia con il suo collaboratore Davide Del Giovine: cuore rossoblù della Samb e a lungo protagonista nel calcio di casa nostra (basta ricordare tra le altre Centobuchi e Montegiorgio ma non solo) e poi partito 6 anni fa per l’Australia. Una terra da scoprire come il personaggio Kalac: t-shirt, jeans, occhiali da sole e sigaretta in bocca. Il tono è rilassato, di chi ha appena rivisto diversi compagni di squadra oltre alla finale di Coppa Italia a Roma: "Il Milan ha tenuto possesso palla, messo in difficoltà la Juve ma senza mai tirare in porta. La Juve ha dimostrato grande forza. Al Milan manca qualcosa”.
IL SUO MILAN. Beh il suo Milan era diverso. “Malda” come chiama il suo capitano Paolo Maldini ma anche Nesta, Gattuso (“Pazzo scatenato ma con una cultura del lavoro incredibile, al campo arrivava un’ora prima e andava via un’ora dopo”) e soprattutto Pippo Inzaghi: “Con lui in campo, il Milan avrebbe vinto la Coppa Italia. Ogni anno arrivavano attaccanti forti e nessuno parlava più di Pippo. Risultato? Lui era sempre titolare e segnava. Era incredibile, sentiva il gol”. I ricordi sono tanti come quella semifinale di Champions League persa 3-2 a Manchester che avrebbe dovuto giocare: "Alle 13 William mi disse ‘Hei Man, stasera giochi tu’. Pronti, ci siamo. Dopo neanche mezz’ora torna. Niente da fare, si cambia: gioca Dida”. Cosa sia successo? Possiamo solo immaginarlo (Kalac sul nome di Berlusconi fa un sorriso...) ma i suoi 5 anni di Milan sono stati esaltanti per i successi.
L'AMORE PER PERUGIA. Poliglotta, parla ben 4 lingue (incredibile il suo italiano a distanza di anni), non dimentica nulla della sua esperienza di Perugia, dove è stato nei giorni scorsi a trovare degli amici: “Avevamo una grande squadra, mister Cosmi incredibile. Ci siamo divertiti: in casa facevamo grandi risultati, al Curi era una bolgia. Sono stato benissimo, città fantastica. Grande persona il mister, mi sono trovato benissimo e l'ho sentito in questi giorni. A Trapani sta facendo qualcosa di incredibile”.
SYDNEY: TRA DEL PIERO E WANDERERS. L’Australia è distante tantissime ore d’aereo e il calcio è visto da un altro punto di vista, quello di preparatore di portieri. Insieme a lui Davide che ha condiviso l’esperienza al Sidney Fc quando arrivò Alex Del Piero: “Per il nostro movimento è stato importantissimo Alex – continua Kalac – ha messo l’obiettivo sul nostro campionato. Grande personalità, grande carisma. Ha trascinato un movimento che però in Europa viene sottovalutato troppo”. Sciorina qualche numero davvero impressionante: “Abbiamo 20mila abbonati in uno stadio che contiene proprio quel numero di posti: è una società (Sydney Wanderers, ndr) nata da appena quattro stagioni ma incredibilmente organizzata. Un campionato vinto, una finale persa il primo maggio contro l’Adelaide United (dove gioca l’Italiano Iacopo La Rocca): atmosfera incredibile con 54.000 presenze di cui oltre 4.000 da Sydney: tanti sono arrivati in macchina dopo un viaggio di oltre 14 ore. Pazzesco". Stessa lunghezza d'onda per Davide Del Giovine: "Alcuni considerano il calcio australiano arretrato - ci conferma – ma non è affatto così. In Italia la match analysis è arrivata da poco, da noi è presente da oltre 10 anni. Ogni allenamento è seguito di squadra e singolarmente via gps e attraverso i droni: al termine di ogni seduta ogni giocatore, sul proprio tablet ha il suo personale report. Noi dello staff alle 8 della mattina siamo allo stadio, nel nostro ufficio per pianificare il lavoro. Si lavora con metodi all’avanguardia: le tante culture che popolano l’Australia e il calcio dalle nostre parti sono un arricchimento incredibile”.
QUEL MONDIALE 2006. “Per il calcio europeo siamo solo la terra dei canguri ma non è così: siamo aperti al mondo e con grandi margini di miglioramento”. I risultati anche a livello di nazionale sono in evoluzione: basta ricordare quando nel 2006 ci fecero soffrire da matti in quell’ottavo di finale risolto da Totti. Kalac era lì, in panchina per via di un infortunio dopo aver giocato la terza sfida del girone: fosse andato tutto ok avrebbe dovuto giocare: “Ricordo quella gare, grande prestazione da parte nostra. L’Italia era un muro: siete rimasti in dieci ma avevate un Buffon pazzesco. La nostra colpa: attaccare sempre dalla parte di Zambro (Zambrotta, ndr) che era in grandissima forma. Non si passava. Io dicevo: attacchiamo a destra, dove c’era il mio amico Fabio Grosso. Bravo a spingere, meno a difendere. Peccato. Se passavamo il turno, arriviamo almeno in semifinale”.
GLI EX COMPAGNI IN ROSSONERO. Tra uno squillo e l’altro arriva il messaggio di Ambrosini che dà a Kalac il numero del suo ex compagno Oddo, ora al Pescara: “Gli ho chiesto il numero perché andrò a trovarlo, so che sta facendo bene. So che in B anche mister Cosmi sta facendo un grande lavoro a Trapani. Grande personaggio il mister: l’ho sentito di recente. Con lui ci siamo divertiti tanto. Il Milan? Non è un buon momento. Giocare con il Milan non è semplice. Serve personalità. Con me c’erano Nesta, Maldini, Pirlo, Seedorf, Gattuso, Ambrosini (“Grandissimo giocatore, lì in mezzo non risaltava ma giocava con dei fenomeni”), Inzaghi e Sheva. Per giocare a San Siro serve personalità e attributi. Alla prima uscita, invece di giocarla corta, buttai la palla via e Maldini mi rimproverò. ‘Dalla a me, te l’ho chiesta’. Gli risposi che aveva l’uomo. ‘Tu dalla e basta, ci penso io’. L’azione dopo gli passo una bomba sui piedi, lui la stoppa come la cosa più semplice al mondo e la gioca tranquillamente. Ho capito lì di essere al top”.
IL RAPPORTO CON POPOVIC. Con il Wanderers lavora insieme al tecnico Tony Popovic, con lui un rapporto speciale: “Grande preparazione e grande voglia di emergere. Si lavora bene, lui ci dà degli obiettivi da raggiungere: non importa come lo fai ma li devi raggiungere, hai dei traguardi da raggiungere”. Davide annuisce, la meritocrazia esiste in Austrralia e la sua storia lo conferma: arriva in Australia 6 anni fa e inizia a collaborare con l’Academy del Milan. Da lì arriva il passaggio al Sydney Fc con lo stesso Kalac e poi l’arrivo di Del Piero. Lo scorso anno il passaggio ai “cugini” dei Wanderers, per intenderci come passare dalla Lazio alla Roma. Storie australiane tutte da raccontare in un pomeriggio caldo, con la gente che si tuffa in mare per i primi bagni e l’orizzonte di un mondo calcistico tutto da scoprire che incuriosisce ma che è anche pronto al grande salto verso la ribalta mondiale.
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