Jaconi: "E' l'occasione per riformare l'intero sistema calcio"
"I verdetti li deve stabilire solo il campo, ma la vedo dura portare a termine la stagione, tanto più tra i dilettanti"
Ne ha vissute tante di storie e vicende Osvaldo Jaconi (foto) nella sua lunga carriera, ma uno stop per pandemia mai. Il 73enne tecnico lariano ma civitanovese d'adozione, che vanta il primato di promozioni con undici salti di categoria di cui 8 ottenuti tra i professionisti e 3 tra i dilettanti, parlando al Corriere Adriatico individua nella riforma del calcio italiano una necessità per i vertici federali. "I verdetti li deve stabilire solo il campo, ma la vedo dura portare a termine la stagione, tanto più tra i dilettanti. La Figc dovrebbe prendere decisioni condivise con i club partendo dal presupposto che tutte le parti in causa alla fine ci rimetteranno qualcosa".
Jaconi, è ipotizzabile giocare in estate?
"Ai massimi livello sì, un po' meno in D, quasi impossibile nelle categorie minori dove i giocatori lavorano o sono impegnati in attività stagionali. La problematica sarebbe quella di dare uniformità al sistema che potrebbe arrivare solo un confronto approfondito tra le varie Leghe".
Come ridisegnerebbe la serie C?
"Condivido l'idea di una C d'Elite a 20 squadre e della conseguente creazione di un campionato da considerare semiprofessionistico. Nel professionismo ci sono troppe società che stentano tra entrate limitate e uscite spropositate: andrebbe costruita una categoria cuscinetto come esisteva una volta. E' indispensabile ristrutturare l'intero sistema e prevedere agevolazioni fiscali, in modo particolare per i club dilettantistici".
Che calcio sarà dopo il Coronavirus?
"Mi auguro più al passo con i tempi e più preparato a superare le imprevedibilità. Come qualsiasi imprenditore dovrà rimboccarsi le maniche e mettere in pratica nuove idee per garantire la ripresa alle proprie attività, così l'azienda calcio dovrà trovare un nuovo equilibrio per non arrendersi allo tsunami provocato dalla pandemia".