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Edizione provinciale di Macerata


Dopo 32 stagioni e oltre 850 presenze Sorichetti lascia la porta!

L'estremo difensore della Settempeda, recordman di longevità calcistica, ha deciso di smettere. Si dedicherà alla preparazione dei giovani portieri

SAN SEVERINO MARCHE. Il suo personale “almanacco” è ricco e per certi versi unico. 32 stagioni, oltre 850 presenze, 5 campionati vinti, 2 promozioni, vari spareggi disputati. Le squadre nelle quali ha giocato sono Tolentino (esordio da diciassettenne contro il Penne in Serie D nell’86/87), Pollenza (per 13 anni), Matelica, Elfa Tolentino, Lorese, Colmurano, Serralta e Settempeda (ultima avventura).

E’ la storia calcistica di Roberto Sorichetti (foto) classe ‘59 uno dei maggiori protagonisti del calcio dilettantistico marchigiano, un numero uno conosciuto, stimato e apprezzato. Roberto è anche uno dei più longevi, essendo rimasto attore protagonista sul campo fino a pochi mesi fa all’età di 51 anni. Sorichetti in queste settimane ha preso la fatidica decisione: niente più calcio giocato e guantoni appesi al classico chiodo. Lo attende ora una nuova esperienza: preparatore dei portieri. Dopo aver pensato più volte negli ultimi anni di smettere, Sorichetti si è convinto a fare questa scelta:
“Sono stato vicino a fermarmi diverse volte e il giorno dopo lo spareggio di Osimo contro il Rapagnano, complice la delusione per la sconfitta, sembrava essere il momento. All’improvviso però mi è scattato dentro qualcosa che mi ha detto di non mollare e che non era ancora tempo. In effetti non sarebbe stato piacevole finire con un ko e così sono rimasto alla Settempeda per dare una mano al gruppo e alla società, e per cercare un pronto riscatto. Devo dire che la decisione è stata giustissima, perché è arrivata la vittoria nel torneo successivo e così ho deciso di fare pure l’anno in Prima Categoria per aiutare il gruppo con la mia esperienza”.
Probabilmente chiudere così è stato il massimo, la classica ciliegina sulla torta.
“In effetti è così. Mi sento sereno e tranquillo. Sto bene e lascio integro e avrei potuto giocare ancora. Non ho rimpianti e sono contento per quanto fatto e penso che oggi sia il momento giusto per chiudere la carriera. Farlo da vincente, o quantomeno positivamente, è l’ideale e in effetti è accaduto questo. Ringrazio compagni e società per avermelo permesso e ora riparto con un’altra storia che confido possa essere altrettanto lunga e bella”.

Un’avventura lunghissima chiusa a 51 anni.
“Mi ha aiutato il fisico e il fatto di non aver mai avuto infortuni seri. Quanto tempo fra i pali, incredibile! Non mi sembra vero che sia trascorso tutto questo tempo! Se penso a quando ho iniziato e alla strada fatta….. Mi fa un certo effetto tutto ciò, sicuramente mi emoziona. Non ho rimpianti ed è stato tutto bellissimo. Una carriera lunghissima che mi ha permesso di conoscere campionati diversi e tante generazioni di calciatori con cui ho dovuto rapportarmi. Devo ammettere che l’unica difficoltà potrei dire che sia stata proprio quella di vivere nello spogliatoio con ragazzi tanto più giovani, ma anche questo è stato interessante e mi ha giovato perché è stata una esperienza in più”.
Immaginiamo che avrai da raccontarne di cose in 32 stagioni di calcio. 
“Le storie e gli aneddoti che ho vissuto sono tantissimi, alcuni dei quali particolari e divertenti. Mi sento di parlare però delle tantissime persone e compagni che ho incontrato e apprezzato in tutti questi anni nell’ambiente del calcio. Io non ho mai avuto problemi con nessuno, né dentro né fuori dal campo, quindi le esperienze sono state tutte positive e chi ho conosciuto resterà per sempre nel mio cuore”.

Vorresti citare qualcuno in particolare?
“Non vorrei fare torto a nessuno ed è difficile fare dei nomi, ce ne sono davvero a centinaia. Allora scelgo quelli che sento più vicini e cito Tombolini e Crocetti, amici fraterni con i quali ho giocato per più tempo, mentre fra gli allenatori mi piace menzionare Andreani, Bacci e Viviani, anche se molti altri sono stati per me fondamentali”.
Passiamo alle squadre con cui hai giocato, quali sono rimaste più impresse dentro di te?
”Il Tolentino, perché è la squadra della mia città e lì ho iniziato nelle giovanili diventando un portiere. Come dimenticare il debutto in cremisi in quel di Penne ad appena 17 anni….Inoltre posso dire di essere stato profeta in patria, dato che in pochissimi sono riusciti a giocare titolari nel Tolentino da tolentinati doc. Il Pollenza, poi, dove sono stato ben 13 anni e dove ho ottenuto risultati incredibili, crescendo come persona e come giocatore. Poi c’è San Severino, che mi ha ospitato per 8 anni, e le sue due squadre: il Serralta che rappresenta tanto per me e la Settempeda dove ho terminato l’attività con un successo”.
Al mondo del calcio non potevi dire addio completamente, infatti farai il preparatore nel club biancorosso.
“Altra avventura che inizierà al più presto, almeno si spera di poter partire con gli allenamenti. Lavorerò al fianco dell’amico Stefano Tombolini nel settore giovanile della Settempeda dove mi occuperò di seguire i portieri, cosa che farò anche per la prima squadra”.
(Roberto Pellegrino)

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  Scritto da La Redazione il 24/07/2020
 

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