Sacconi (Porto Potenza): "Situazione delicata: intervenga Acquaroli"
Il presidente rossonero chiede l'intervento del neo eletto Governatore regionale, al fine di scongiurare ulteriori problemi nel sistema calcio
PORTO POTENZA PICENA. Riceviamo e pubblichiamo integralmente una interessante riflessione, in merito all’interpretazione del protocollo anti-Covid, che ci ha inviato Fabio Sacconi, presidente del Porto Potenza (Seconda categoria).
"In questi giorni si sono fatte, da parte di molte società, riflessioni riguardo a proseguire la propria attività oppure no. Si sono aperti due fronti: quello di chi dice rispetto l'attuale protocollo e vado avanti in attesa che la FIGC decida, e chi dice mi fermo perché ci sono rischi per i nostri atleti troppo elevati.
Il punto cruciale a mio avviso non è tanto il rispetto del protocollo, dal punto di vista di mettere in atto tutte le procedure preventive volte a contrastare il covid 19. Tutte le società sanificano, misurano temperatura, hanno percorsi diversi di entrata e uscita, hanno il registro presenze, hanno l'autocertificazione valida per 14 giorni, ecc...
Tutti i presidenti si sono adoperati a porre in essere il protocollo per la salvaguardia dei propri atleti e tesserati, assumendo su di loro tutte le responsabilità e questo deve essere riconosciuto dalla Federazione.
Da presidente credo però che il punto cruciale sia un altro e cioè quello della messa in quarantena, nel caso in cui risultasse positivo un proprio tesseramento.
La Regione Marche è relativamente piccola e quindi credo che la prima cosa da fare sia quella di unificare e uniformare (attraverso una comunicazione ufficiale degli organi competenti) come la società dovrà contenersi nel caso di un giocatore positivo.
In tutta la Regione la modalità deve essere la stessa, perché da quello che emerge in questi giorni, sembra che ci siano realtà che trattano gli stessi casi in maniera diversa e questo non solo genera confusione, ma comporterebbe anche una sorta di "falsificazione" dei campionati.
La paura, a mio avviso legittima, degli atleti e dei loro allenatori, oltre a quella del contagio (che potrebbe avvenire in qualsiasi luogo che sia chiaro) è quella della messa in quarantena.
Molti atleti di squadre di Prima, Seconda e Terza categoria sono formate da giovani che lavorano e studiano. Se ogni volta che giocano si presentasse la situazione di essere stato a contatto con un positivo e dovessero fare una quarantena di 14 giorni a prescindere, significa che molti di loro resterebbero a casa per decine e decine di giorni, mettendo a repentaglio il loro posto di lavoro o il loro percorso di studi. Se invece, una volta entrati in contatto con un atleta positivo, ci fosse la possibilità di far effettuare i tamponi agli altri giocatori e in caso di negatività ognuno può far ritorno a lavoro o a scuola, continuando anche gli allenamenti, allora le cose cambiano e molti preoccupazioni verrebbero meno e credo ci sarebbe anche una maggior serenità da parte degli atleti.
Quindi auspico che qualcuno, anche il nuovo governatore neo eletto (visto che non sono stati nominati ancora gli assessori competenti) Francesco Acquaroli (foto), possa convocare quanto prima tutti gli organismi preposti e sciogliere questo nodo al più presto. Anche perché il valore sociale, oltre agli interessi economici, del calcio dilettantistico nella nostra regione risulta essere fondamentale come agenzia educativa per i nostri ragazzi. Siccome la priorità è la salute dei nostri atleti e delle loro famiglie, il rispetto verso le proprie comunità di appartenenza, se non ci sono le condizioni per tutelare questi aspetti...credo che il miglior esempio da dare sia quello di far iniziare i campionati in momenti migliori di quello attuale".
ASD CALCIO PORTO POTENZA
Il Presidente
Fabio Sacconi