Una vita per il Piazza. Fulvi: calciatore, capitano e oggi presidente
Dopo essere stato per oltre 20 anni un punto fermo della squadra picena, da questa stagione ne è diventato anche il massimo dirigente

ASCOLI PICENO. Da questa stagione Giuseppe Fulvi (foto) è il presidente del Piazza Immacolata, squadra ascolana che partecipa al campionato di Seconda categoria, girone H. Tracciamo un profilo dell’uomo che ha vissuto prima la sua carriera sportiva ed ora quella dirigenziale, sempre nel sodalizio piceno che, possiamo dirlo senza remore, rappresenta un pezzo fondamentale della sua vita.
..."un guerriero senza trono e senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro"… Il Piazza Immacolata nasce nel 1989 da un'idea di alcuni amici uniti dalla passione per calcio, dall'amore per il quartiere e dalla voglia di fare qualcosa di importante per il sociale. Giuseppe Fulvi, classe ‘78, entra a far parte di questa famiglia nel 1995, convinto di fare qualche anno di esperienza. Succede invece che si innamora di ciò che lo circonda e resta in giallo-verde per due decenni. Anni vissuti intensamente con vittorie, sconfitte, promozioni e retrocessioni, gioie e dolori insomma, tutto quello che una vita calcistica può dare.
"Credo di aver giocato più di 500 partite, sempre con questa maglia, giovane calciatore prima, capitano poi, e come i grandi amori che ritornano, presidente ora". Una storia che continua dunque, avendo davanti un obiettivo ben chiaro: proseguire nel percorso tracciato da chi lo ha preceduto, continuando a lavorare sui principi sani che questo sport deve avere, almeno a livello dilettantistico, cercando di migliorare dove è possibile. " Ho accettato questa proposta con orgoglio, ma anche con la consapevolezza che l'impegno comporta. Sono animato dalla voglia di ridare tutto quello che la Piazza ha dato a me. Ai ragazzi ho chiesto non tanto di vincere, che comunque è importante, ma di non mollare mai, nemmeno un minuto di ogni singola partita.
Anche se il livello è quello dilettantistico, la mentalità, il carattere e la voglia di fare bene devono essere gli stessi dei professionisti. Dovremo affrontare tutto con lo stesso spirito che ci accompagnerà nella vita e che sarà utile soprattutto nei momenti più difficili. Quando andremo a giocare ogni singola gara, in qualsiasi categoria, c'è una frase, uno slogan, che dovremmo portare sempre dentro di noi: Rispetto per tutti, paura di nessuno.
Ci attende un lavoro duro ed impegnativo, sia come dirigenza che come staff tecnico, affinché il tesserato che entra nella nostra famiglia da bambino, possa uscirne domani da uomo”.
