Dulcini: "Quando Comunanza chiama rispondo presente, anche a 55 anni"
Con i portieri tutti fuori causa, il preparatore si rimette i guanti e scende in campo contribuendo al successo della sua squadra e al passaggio del turno in Coppa

COMUNANZA. Non smette di stupire Nazzareno Dulcini (foto) che alla bella età di 55 anni risponde presente alla chiamata della squadra del suo paese: Comunanza. Ancora una volta, nel momento del bisogno per i giallo-rossi si è fatto trovare pronto, contribuendo alla vittoria in Coppa e al passaggio del turno.
“Io sono il preparatore dei portieri – ci dice Nazzareno – ed in linea teorica il quarto disponibile in caso di necessità, ma in questi ultimi anni purtroppo mi è capitato spesso di essere chiamato in causa. Si è infortunato il titolare Ciccanti, mio figlio Alessandro che è il secondo in questo momento ha qualche problemino di salute, il portiere della Juniores era indisponibile, allora che fai ti tiri indietro? E’ la squadra del mio paese, nella quale ho vissuto la mia carriera, ho un senso di responsabilità e di gratitudine verso questi colori che mi spingono sempre a dare il meglio e non potrei comportarmi diversamente”.
A 55 anni non deve essere facile farsi trovare pronti: “Diciamo che allenando riesco comunque ad essere su buoni standard fisici, chiaramente non sono più quello di una volta, ma se devo essere sincero mi aspettavo di peggio. Una volta in campo cerco di mettermi l’età alle spalle e punto sull’esperienza maturata in tanti anni di battaglie. Nel tempo il ruolo di portiere è anche cambiato, restano tuttavia sempre validi alcuni punti fondamentali, come guidare la difesa e dare supporto ai compagni. Ovviamente la figuraccia è sempre dietro l’angolo in questi casi, ma cerco di essere positivo e fino ad oggi me la sono sempre cavata abbastanza bene”.
Quanto durerà questa nuova avventura tra i pali?: “Sinceramente spero poco, sono più di dieci anni che io ufficialmente avrei appeso i guanti al chiodo, ma evidentemente è destino. Ciccanti ne avrà per un paio di settimane, ma mio figlio per la prima di campionato potrebbe anche farcela. In settimana valuteremo bene la situazione, certo se i tempi si dilatassero ancora non è escluso che possa arrivare qualcuno più giovane di me. Mister e società sanno comunque che in caso di necessità io sono pronto a mettermi ancora in gioco. E’ chiaro che preferirei fare solo il preparatore e vedere giocare i più giovani, ma quando il dovere ti chiama come fai a non dare una mano? Non è nel mio carattere. Sono consapevole di correre dei rischi, ma a questa società, a questa maglia e a questo paese sono troppo legato per non dare tutto me stesso”.
