PROMOZIONE. Dibattito aperto sugli Under. I maggiorenni la soluzione?

Ha destato notevole interesse l’articolo che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi sull’iniziativa di alcune società del giorne B di Promozione di cambiare la norma relativa agli Under. Ricordiamo che dal prossimo campionato, le squadre di Eccellenza e Promozione della Regione Marche, dovranno avere negli undici uomini in campo, almeno un ragazzo nato nel 2005 e uno nel 2006. Abbiamo raccolto i pareri dei nostri lettori e delle società, per evidenziare che il problema esiste e dovrebbe essere affrontato senza pregiudizi, cercando di trovare delle soluzioni che possano mettere tutti d’accordo.
Partiamo dai numeri: parliamo di 48 squadre e considerando che ognuna di esse ha almeno 5/6 Under il discorso interessa complessivamente circa 300 ragazzi. Il problema che si presenta alle società non è tanto quello di trovarne di bravi e preparati, già pronti per il salto in prima squadra, obiettivamente ce ne sono molti e questo è un falso problema. Le difficoltà sono tutte relative alla gestione e ci spieghiamo meglio. Inserendo in rosa dei 2005 e 2006 avremo diversi minorenni e alcuni appena maggiorenni, dunque enormi problemi nei trasporti, visto che parliamo di quasi tutti ragazzi ancora sprovvisti di patente di guida. Cerchiamo di immaginare le peripezie dei loro genitori per portarli tre volte a settimana agli allenamenti e poi tornare a prenderli.
Un problema serio ma non il più grosso, visto che le difficoltà maggiori si presentano con la scuola. Tutti questi ragazzi infatti frequentano qualche corso di studi e molti di loro sono all’ultimo anno che si chiuderà con l’esame di stato. Ebbene, parliamo di circa 300 ragazzi che il sabato a scuola in pratica non ci vanno mai, visto che chi gioca in Promozione ha la partita e deve spostarsi già dal mattino, chi è in Eccellenza il sabato mattina ha la rifinitura e dunque in classe non ci mette piede. Non è un problema da poco per le famiglie e le società ottenere ogni sabato un permesso per saltare la scuola, sappiamo di diversi presidi sul piede di guerra, pronti a privilegiare altri sport, rispetto al sempre più bistrattato gioco del calcio. Va inoltre ricordato che dopo l’esame di stato molti dei ragazzi probabilmente si iscriveranno a qualche Università, magari molto lontana se non addirittura all’estero. Alla fine della fiera tanti sacrifici per le famiglie e le società e poi il ragazzo a 19 anni fa una scelta di vita diversa e smette di giocare. Sono in molti a chiedersi: a che cosa è servito tutto il gran lavoro fatto attorno a questi giovani?
La soluzione che molti suggeriscono, potrebbe essere quella di mantenere i due Under, portando però l’obbligatorietà a un 2004 e un 2005. Sembra una differenza di poco conto, ma a ben guardare non è così. I fuoriquota sarebbero tutti maggiorenni e probabilmente tutti in grado di spostarsi autonomamente, inoltre la maggior parte di loro avrebbe già fatto le proprie scelte a livello scolastico o lavorativo. Insomma chi ha deciso di frequentare una Università lontana o ha scelto un lavoro che non gli permette di allenarsi e giocare, sarebbe già fuori dai giochi e potrebbe, nel caso, trovare spazio nelle categorie minori. Le società che debbono schierare obbligatoriamente degli Under potrebbero così lavorare anche in prospettiva su organici più omogenei, portando avanti un progetto più definito e meno rischioso.
Ovviamente parliamo di ipotesi, di idee, di suggerimenti raccolti tra gli addetti ai lavori e tra gli appassionati. Resta tuttavia evidente che la questione Under non è affatto secondaria, coinvolge numerose società e tantissime famiglie, probabilmente ragionando tutti insieme si potrebbero trovare delle soluzioni o quanto meno aggiustare il tiro. Ne guadagnerebbe tutto il movimento calcistico, le famiglie avrebbero uno stress minore, i ragazzi potrebbero fare delle scelte senza forzature e si tornerebbe ad un rapporto più corretto e meno conflittuale con il mondo della scuola, che troppo spesso ha una visione distorta del mondo del calcio.
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Continua a essere messa in discussione dalle società la norma relativa ai fuoriquota che nella prossima stagione interesserà i calciatori nati nel 2005 e nel 2006. Per il Campionato di Promozione (girone B), il Casette Verdini si fa portavoce del malcontento anche di altre società che insieme hanno deciso di scrivere una PEC alla FIGC per chiedere la modifica della regola.
Nella giornata di oggi, la società A.S.D. Casette Verdini viste le problematiche circa l’obbligatorietà per la stagione 2024/2025 dell’utilizzo dei 2 fuoriquota nati nel 2005 e nel 2006, ha chiesto la possibilità di rivedere la norma deliberata come segue:
1) in prima istanza l’annullamento della norma di schierare obbligatoriamente n° 2 atleti Under per ogni gara;
2) in seconda istanza la modifica di tale norma con 2 atleti nati nel 2004 e nel 2005.
Le società richiedenti per ora sono 6 (Casette Verdini – Settempeda – Cluentina Calcio – Azzurra SBT – Sangiorgese Monterubbianese – Appignanese) ma anche altre hanno manifestato serie problematiche nell’organizzazione della squadra per la prossima stagione sportiva 2024/2025. Per tutti è evedente la difficoltà nel reperire atleti del 2005 e 2006 con le necessarie qualità, dato che fino a ieri hanno partecipato di fatto a campionati juniores e il sabato sono impegnati nelle lezioni scolastiche. Va inoltre rilevato che gli atleti nati nel 2004 saranno sicuramente penalizzati, non avendo avuto la possibilità di giocare almeno un paio di anni tra gli Under.
