Tutto BOLZAN: tra il Castelfidardo e la chiamata di Crespo al Parma
Intervista esclusiva al tecnico argentino che ha condotto alla salvezza in Serie D i fidardensi
Vai alla galleriaCASTELFIDARDO. Una salvezza all’ultimo respiro e la prospettiva del salto nel grande calcio al fianco di Hernan Crespo. Momento importante quello che sta vivendo Dario Bolzan (foto), dopo aver trascinato alla salvezza il Castelfidardo con il blitz esterno in casa dell’Alfonsine. Serviva solo un risultato, la vittoria, che è puntualmente arrivata nonostante la cronica difficoltà ad andare in rete: decisiva la stoccata di Montagnoli nella seconda parte di gara. Un risultato che, al suo arrivo, non era di certo scontato: “Alla fine siamo riusciti a raddrizzare la barca – conferma il tecnico argentino – nonostante i risultati che faticavano ad arrivare: personalmente sono sempre stato fiducioso, era impossibile che una squadra che giocava in quel modo non portasse a casa risultati positivi”.
Qual è stata nel corso dell’anno la partita che ha segnato la svolta?
“Sicuramente a San Nicolò c’è stata una svolta importante vista la rimonta ottenuta in pochissimi minuti: i ragazzi avevano bisogno di quel tipo di partita per capire che non bastava la prestazione ma serviva quello sprint in più per raggiungere risultati fondamentali. Personalmente la prestazione migliore l’abbiamo fatta contro la Sammaurese, quando abbiamo perso 1-0 in casa: creare 15 palle e perdere la gara ha bruciato tantissimo. A Jesi abbiamo fatto bene ma anche ad Agnone dove al 75’ eravamo 3-1 avanti e poi abbiamo vissuto un quarto d’ora di black-out totale”.
Cosa ti ha spinto a tornare a Castelfidardo in quel momento della stagione?
“Dico subito che è stata una esperienza fantastica. Mi ero fermato ad inizio anno aspettando Hernan Crespo (fa parte del suo staff, con il ruolo di vice allenatore, ndr): credevo che partisse da un momento all’altro. A dicembre lui ha preso un’altra strada e poi a febbraio mi ha detto che potevo andare se ci fosse stata l’occasione. Un paio di situazioni c’erano state ma quando mi ha chiamato Sarnari e Pigini ho accettato, con loro ho un rapporto fantastico”.
Arrivare in quel particolare momento è stato complicato?
“Ho fatto tanta fatica ad ambientarmi con questo gruppo: conoscevo due giocatori dello scorso anno e Galli con cui ho giocato insieme. Ci è voluto del tempo, una esperienza formativa in cui ho imparato tantissimo.
Sono riuscito a sviluppare delle idee che non pensavo di dover fare: alla fine abbiamo chiuso la stagione, trovando un 3-4-3 che ci ha dato equilibrio”.
Stagione che va in archivio: ora quale sarà il futuro di Dario Bolzan?
“Io in questo momento la priorità è Hernan. A breve ho un incontro col Castelfidardo per parlare ma loro lo sanno: rimango se ci sono i presupposti per un campionato di vertice. Se Hernan riesce a trovare il mio ruolo nel Parma, io andrò su. Su Hernan è vice presidente operativo: dovrà ristrutturare l’impianto del settore giovanile e della prima squadra. Per ora non sarà lui l’allenatore ma si occuperà della gestione: in panchina ci sarà ancora D’Aversa e direttore sportivo Faggiano”.
Con Crespo vi conoscevate da “giovani calciatori” oppure vi siete incontrati in Italia?
“Da ragazzini ci siamo affrontati qualche volta da avversario. Il contatto è avvenuto in Italia, l'anno scorso: dopo l’esonero del Castelfidardo ho iniziato a girare per tenermi aggiornato e ho passato 3-4 giorni al Modena. E’ nata un’amicizia e da lì la collaborazione. Nel suo staff a Modena c’erano Nazzareno Salvatori e soprattutto Marco Giovannelli come preparatori atletici. Quest’ultimo lo conoscevo ben dai tempi del Bikkembergs Fossombrone. Anche lui ha una storia particolare: vive a Fermignano ma è nativo di Amatrice e ha vissuto un anno particolare. Prima la sua famiglia colpita dal sisma e poi anche il fatto di restare fermo. Facciamo parte del suo staff e siamo pronti a rimetterci in gioco”.