AMARCORD. Gadda: "All'Ancona gli anni migliori, e quel gol...."
ANCONA. «Gli anni passano e pure velocemente, ma i ricordi e le emozioni non si cancellano. 05/06/1988, Ancona in Serie B e il primo gol di Ancona-Livorno è dell'allora Gaddao Meravigliao». Massimo Gadda (foto) ha celebrato il trentesimo anniversario di una data rimasta nei cuori dei tifosi biancorossi con queste frasi postate su Facebook rispolverando la foto della sua rete più importante che spianò la strada verso la promozione in B. Oggi l'indimenticato capitano è un allenatore navigato (da una settimana ha chiuso il rapporto con l'Imolese, condotta al secondo posto e alla vittoria dei playoff nel girone D di Serie D) che non perde mai l'occasione di inviare messaggi di vicinanza e sostegno al popolo biancorosso nelle ricorrenze significative.
Capitano, trent'anni fa l'apoteosi.
«Il tempo non cancellerà mai le emozioni di una giornata incredibile, nella quale Ancona ritrovò la B che mancava da tanto tempo. Quella data segnò l'inizio di un periodo d'oro, culminato con l'ascesa in A e la successiva finale di Coppa Italia. Nella Dorica ho vissuto gli anni migliori e sono diventato il simbolo di una squadra capace di instaurare un legame forte con città e tifosi: arrivai da sconosciuto, me ne andai da eroe».
Oggi la realtà è ben diversa.
«Sono sempre aggiornato sulle vidende dell'Anconitana che ha compiuto il primo passo verso la rinascita. A volte si possono costruire favole belle ripartendo dal basso, a patto che tutte le componenti navighino nella stessa direzione. Il calore sensazionale del pubblico è la base sulla quale costruire i successi futuri».
Cosa ne pensa del nuovo corso, targato Marconi?
«Pur non conoscendolo personalmente, mi ha colpito per passione e determinazione. È partito in ritardo, ma in pochi mesi ha costruito una struttura vincente, da consolidare ulteriormente per non farsi trovare impreparato al momento del ritorno in palcoscenici importanti».
Si può coltivare la speranza del doppio salto?
«Il regolamento non lo prevede, ma in casi eccezionali come questo l'elasticità dovrebbe prevalere nelle decisioni degli organi competenti. Nessun capoluogo di regione è ripartito da tanto in basso e l'inesorabile trattamento riservato al club biancorosso negli ultimi tredici anni non ha trovato identica applicazione in altre piazze. Se l'Anconitana dovesse essere inserita in Eccellenza sarebbe una decisione di buon senso».
Come spiega le vicissitudini del recente passato?
«Oltre a gestioni inadeguate, hanno pesato la mancanza di strutture, indispensabili per restare in alto. A Imola, dove ho allenato quest'anno, hanno investito su un centro sportivo all'avanguardia e l'esempio deve essere preso da altre realtà che ambiscono a fare calcio a certi livelli. Noi stessi, all'epoca di Longarini, potevamo contare su una base operativa all'avanguardia come Montemarciano».
Quando tornerà all'Ancona?
«In passato il mio nome è stato spesso accostato alla panchina biancorossa, ma le ipotesi non sono mai diventate realtà. Il contatto più concreto si verificò ai tempi della presidenza di Sergio Schiavoni che scelse però altre strade. Adesso non ci penso nemmeno, in futuro si vedrà e chissà che un giorno non possa tornare in una piazza che porto nel cuore».
(FONTE: Corriere Adriatico, articolo di Daniele Tittarelli)