Elpidiense Junior, sentite Montesanto: "Aspetto motorio fondamentale"
Ha un trascorso ventennale nel calcio professionistico come preparatore atletico, dall'anno scorso cura l'aspetto fisico e coordinativo del vivaio biancorosso. I suoi consigli sono pillole di saggezza
SANT'ELPIDIO A MARE. Parli con Marco Montesanto (foto) e capisci che di fronte hai un professionista serio e preparato. E' arrivato l'anno scorso all'Elpidiense Junior con tutto il suo enorme bagaglio professionale e culturale. Nato ad Hamilton, in Canada, da genitori italiani, il 57 enne Montesanto cura l'aspetto fisico, atletico e coordinativo. Nel calcio lavora da trent'anni dopo gli esordi nell’atletica leggera, vanta un'esperienza ventennale nei campionati professionistici di Serie A e B, insieme al responsabile tecnico Claudio Tridici ha lavorato per circa 12 anni alla corte di mister Colantuono. Sette anni all'Atalanta, poi Catania, Torino, Perugia, tre anni ad Ancona con Fabio Brini, al momento ha "staccato" con il calcio professionistico (vive a Porto San Giorgio, insegna al Liceo Sportivo) e si dedica anima e corpo ai giovani dell'Elpidiense.
In questa società si dà molta importanza alla motricità, l'aspetto tecnico viene dopo. "Si sta lavorando in particolar modo sulla tecnica della corsa - puntualizza il responsabile Tridici - migliorare la parte motoria porta ad un miglioramento anche dell'aspetto tecnico, e con questa impostazione stiamo avendo molti benefici, soprattutto tra i più piccoli".
Ma torniamo a Montesanto: catapultato tra i dilettanti dal mondo professionistico lui stesso ammette di aver avuto qualche difficoltà di approccio. "Erano anni che non lavoravo in un settore giovanile e devo ammettere che mi sono rimesso a studiare e ad approfondire altri aspetti di questo lavoro perchè ho riscontrato tante lacune, ma non solo qui, è un discorso da estendere a tutti i settori giovanili d'Italia".
Ed elenca le criticità: "I ragazzi presentano difficoltà di base che spesso non riescono a risolvere - sottolinea Montesanto - c'è una specializzazione verso il possesso della palla ma non c'è controllo del proprio corpo, e così facendo si saltano degli steep di crescita. Non c'è più la costruzione del giocatore: chi è dotato dal Dna e deve arrivare alla fine arriva, ma chi invece deve costruirsi ecco che non ci sono più gli strumenti adatti. E questa è una lamentala che si riscontra a livello nazionale. Si è persa la motricità, i ragazzi di oggi spesso non sanno saltare, non sanno cadere, e quando poi hai la palla tra i piedi queste difficoltà si amplificano".
Montesanto dà delle soluzioni: "Da un po' di tempo si sta affermando la figura del preparatore fisico motorio, è una figura fondamentale da affiancare a quella del classico istruttore, ma talvolta le società sorvolano la parte motoria perchè qui i risultati non arrivano subito ma nell'arco degli anni. E spesso le società sportive sono poco lungimiranti. E' importante capire la mutazione della società contemporanea che è molto cambiata, non c'è più il calcio di strada, non ci si muove più come prima, i ragazzi sono sedentari e vittime dei dispositivi digitali, riscontriamo infortuni muscolari perfino nei Giovanissimi, impensabili fino ad alcuni anni fa".
Una riflessione, quella di Montesanto, da estendere ai tutti i settori giovanili delle Marche.