"Unica famiglia tra vivaio e prima squadra". Osimana, parla Bellucci
Vent'anni di carriera nel calcio professionistico, lavora al settore giovanile: "Qui c'è un grande potenziale su cui poter operare bene e in prospettiva"
OSIMO. E' un esempio per i ragazzi di Osimo e ha un obiettivo preciso: creare un'unica famiglia tra prima squadra e settore giovanile e vedere la gente di Osimo tornare ad entusiasmarsi sugli spalti. Il colpo del presidente Antonio Campanelli dei mesi scorsi è stato strappare il sì a Francesco Bellucci (foto) e farlo lavorare nel settore giovanile giallorosso. Lui non ha bisogno di presentazioni: vent'anni di carriera tra Serie A e Serie B con Bari, Cagliari, Avellino, Lecce, Treviso, Messina e Lucchese. Ma tutto è partito da Osimo. "Ho cominciato qui a Osimo - racconta - a 15 anni giocavo in Serie D a Corato in Puglia. Lì c'era un osservatore, andai a Bari, e iniziò la mia storia".
Bellucci al settore giovanile giallorosso segue in particolar modo Allievi e Juniores, in perfetta sintonia con il responsabile Corrado Capotondo e il tecnico della prima squadra Roberto Mobili.
"Per me questo qui a Osimo è un anno importante - sottolinea - volevo capire se si poteva lavorare bene, è una piazza ottima che magari negli anni passati aveva perso un po' di fiducia. Importante è prendere credibilità lavorando in maniera seria. Nella mia esperienza passata ho notato che tanti ragazzi che arrivavano in prima squadra non erano preparati al punto giusto o che alle prima difficoltà mollavano. Questo succede perchè i ragazzi non sono cresciuti seguendo le varie tappe. Qui a Osimo c'è un patrominio importante ma va ancora più valorizzato, i vari Re, Gatto, Paccamicci sono ragazzi usciti dal nostro settore giovanile e dobbiamo continuare su questo trend".
Bellucci mette a confronto il suo calcio e quello di oggi. "E' cambiato tutto, è cambiata la società. Oggi i giovani con un tasto al telefono o al computer risolvono tutto e hanno subito risposte, ma questo porta ad essere maturi più tardi. Ai miei tempi invece te la dovevi cavare da solo. Il calcio, come la vita, è una lotta. Il mio futuro? Ho molti amici nel calcio, ho ricordi importanti a Bari dove tutto è iniziato, ma qui a Osimo c'è un grande potenziale e vorrei che questo settore giovanile possa diventare un autentico serbatoio di nuovi giocatori per la prima squadra".