LA STORIA. Samuele Rossini annuncia: "A 43 anni domenica dirò stop"
Recanatese di nascita ma da otto al Montefano, domenica giocherà la sua ultima gara ufficiale dopo una carriera lunga 26 anni. "E' il momento di dire basta anche se è dura. Fare l'allenatore? Ho il calcio nelle vene e ho voglia di provarci: vediamo però se sono capace"
MONTEFANO. Domenica sarà una giornata assolutamente speciale per Samuele Rossini (foto), autentica bandiera del Montefano. Non sarà infatti solo l’ultima gara di questo campionato di Eccellenza (si giocherà in casa del Camerano) per lui visto che appenderà gli scarpini al chiodo a 42 anni, 5 mesi e 29 giorni esatti. Ad annunciarlo è direttamente lui, il più esperto di questo campionato di Eccellenza: “Beh, diciamo che pensandoci viene un po’ un nodo in gola. L’idea c’era sin dall’inizio stagione sinceramente, poi andando all’avanti sai l’amore per il campo c’è sempre. Ci stavo bene li in mezzo ma facevo fatica a reggere ritmi degli allenamenti. Li ho fatti praticamente tutti, tirando quando potevo il gruppo. Però si arrivava a casa la sera un po’ devastato e dunque è giusto lasciare, l’età è arrivata”.
Che soddisfazione è aver ottenuto in anticipo oltretutto la salvezza con il Montefano?
“Direi enorme, sono 8 anni che sto li. Ho visto la crescita costante di questa squadra. Nel primo anno di Eccellenza raggiungere una simile salvezza da grande soddisfazione come raramente in carriera. Metto questa salvezza alla pari assolutamente del salto in Eccellenza dello scorso anno”.
Impossibile non chiederti a chi vanno i tuoi ringraziamenti principali.
“Quello principale alla famiglia. A mia moglie e alle due figlie che mi hanno sopportato e supportato. E’ stato un grande impegno per me e anche per loro, tanti allenamenti e domeniche fuori. Mi hanno sempre sostenuto e c’è dispiacere anche nei loro occhi. Poi al Montefano che mi ha fatto ritrovare quell’entusiasmo che forse prima di arrivare li si era un po’ affievolito. Con il loro modo serio e sano di vivere il calcio mi ha portato a vivere otto anni bellissimi. E ovviamente alla squadra e a tutto lo staff che sono fantastici. Ogni anno la società ha aggiunto tasselli senza mai snaturare nulla. Invece di prendere un numero di giocatori alto in campagna acquisti, hanno investito magari su un preparatore atletico, su un centro fisioterapico. Tutte cose che hanno portato un vero miglioramento”.
Ed ora si pensa al futuro che pensiamo sarà sempre nel calcio. L’idea di allenare c’è sempre?
“Sinceramente abbandonare questo mondo sarà difficile, ho un pallone che gira dentro le vene. Vorrei provare ad inserirmi nella veste di allenatore. Ma le cose vanno fatte con calma e cognizione di causa. Prima bisogna vedere se uno è capace o meno. Ho voglia e desiderio di provarci ma innanzitutto prima va verificato se ho le capacità per farlo”.