Beleggia: "Scelte non più rinviabili per Governo e Federazione"
Il Responsabile della Tignum di Montegiorgio spera che si prendano in tempi brevi le giuste decisioni per far ripartire un movimento vitale per tutto il sistema calcio
MONTEGIORGIO. Nel solco delle proposte lanciate da alcune società di Prima categoria, in merito alla ripresa dell’attività agonistica dopo il Coronavirus, anche i dirigenti delle Scuole Calcio e delle Giovanili intendono far sentire la loro voce, per dare nuovo slancio ad un’attività vitale per il futuro di tutto il movimento calcistico regionale.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune opinioni con David Beleggia (foto), Responsabile delle Tignum di Montegiorgio, società che si dedica esclusivamente allo sviluppo del calcio giovanile.
Quali sono le sue sensazioni dopo questa parentesi, speriamo in via di esaurimento, che ha influito in maniera tanto pesante su tutto il movimento calcistico?
“Io cerco di essere positivo anche in un momento difficile come questo, il Covid-19 è stato un qualcosa di inaspettato ed imprevedibile che ovviamente ha sconvolto i nostri progetti e credo anche quelli delle altre società. C’è un aspetto che però intendo sottolineare, in questi mesi di stop forzato abbiamo riscoperto un attaccamento dei ragazzi verso la società e i loro allenatori che trovo assolutamente straordinaria. Sembra incredibile ma i vari gruppi si sono compattati ancora di più e da casa, in collegamento video, hanno portato avanti anche gli allenamenti con una passione ed una volontà che trovo commovente”.
Quali altri tipi di aiuto avete sviluppato per ii supporto dei vostri ragazzi?
“Siamo orgogliosi di aver messo a disposizione dei tesserati e delle loro famiglie uno psicologo, che ha svolto un ottimo lavoro e soprattutto è stato ben accettato da tutto l’ambiente che ha saputo apprezzare la scelta. Ora dobbiamo reinventarci, lanciare nuove idee e pensare a nuove soluzioni,sembra una frase fatta, ma dobbiamo essere consapevoli che dopo questo coronavirus nulla sarà più come prima”.
Si attendono le decisioni per la cosiddetta ripartenza, cosa vi aspettate?
“E’ il momento degli aiuti concreti, tangibili, certi, che fino ad oggi non si sono visti. Purtroppo nel corso della pandemia, sia a livello nazionale che a livello regionale si è deciso poco o nulla, solo spostamenti e annullamenti. Credo sia arrivato il momento delle decisioni importanti se non vogliamo che la crisi diventi irreversibile”.
Voi cosa proponete in merito?
“Ho letto di iscrizioni gratuite, defiscalizzazioni, facilitazioni, aiuti per l’acquisto dei materiali e per i prodotti per la continua sanificazione degli ambienti. Credo siano misure indispensabili, ma credo sia anche importante prevedere un aiuto per le famiglie, molte delle quali dopo una crisi come questa saranno certamente in grande difficoltà per iscrivere i ragazzi alla prossima stagione. Non ne facciamo certo un discorso di risultati, ma siamo convinti di svolgere una funzione prima sociale e poi sportiva ed un’eventuale crollo delle iscrizioni sarebbe, non solo un danno per i ragazzi, ma una sconfitta per un intero territorio, già bersagliato da altre problematiche”.
Una divisione più netta tra il calcio professionistico e quello dilettantistico e giovanile potrebbe giovare?
“Potrebbe essere l’occasione per dare nuova linfa ai settori giovanili ed al cosiddetto calcio minore. La Serie A viaggia in una condizione non paragonabile con tutto il resto, ha alle spalle interessi economici troppo grandi, mentre noi viviamo in un tessuto sociale completamente diverso e siamo le fondamenta di un sistema che ha bisogno di essere impostato in maniera nuova. Forse è davvero arrivata l'ora che si cominci a ragionare in maniera diversa”.
A suo giudizio cosa è lecito attendersi in tempi brevi?
"Come dicevo prima per natura sono ottimista e voglio essere positivo, ma è chiaro che vedendo la lentezza con la quale si muove chi è chiamato a decidere, qualche dubbio mi viene alla mente. Ripeto è il momento di guardare avanti, di assumersi delle responsabilità, aiutando società e famiglie e far ripartire tutto il sistema, se non riusciremo a rimetterci in moto per il mese di Settembre la mazzata per i ragazzi sarebbe forse devastante. Dobbiamo finalmente investire nei giovani, dare loro fiducia e metterli nelle condizioni di svolgere una sana attività sportiva, sempre nel rispetto delle regole dettate da questa pandemia che ci ha investito. Se non riusciremo a farlo non potremo prendercela con i ragazzi, sarà solo colpa nostra!”.