"Dico no ai privilegi nel calcio: il tampone deve essere per tutti"
Al programma tv Sportitaliamercato Fabrizio Castori tira fuori l'orgoglio di cittadino più che di allenatore
Spontaneo. Genuino. Sincero. E' Fabrizio Castori, 65enne tecnico nato a San Severino Marche (ma residente a Tolentino) oggi alla guida del Trapani (Serie B) dopo una vita passata ad allenare squadre pro in mezza Italia. L'altra sera è intervenuto via Skype al programma tv Sportitaliamercato condotto da Valentina Ballarini con la presenza fissa del giornalista Alfredo Pedullà. Il lockdown di Castori si sta svolgendo proprio a Trapani: "Vorrei costruire una zattera per scappare via mare - esordisce scherzosamente il mister per poi tornare serio e alla realtà - mi dispiace fare queste battute in un momento in cui in Italia c’è un dramma. Adesso ridiamo ma rimanere in casa è un atto dovuto. Lo facciamo perché bisogna farlo, perché è un bene".
In questi giorni il mondo del calcio sta discutendo della ripartenza dei campionati professionistici e dell'importanza dei tamponi ai giocatori, qui Castori tira fuori l'orgoglio di cittadino più che di allenatore: "Ci sta fare i tamponi e le analisi ai calciatori ma a me risulta che tante persone malate o decedute non hanno avuto la possibilità di farlo. E questa cosa mi da fastidio. Privilegiare una categoria a me non piace, il tampone si deve fare a tutti. La salute va considerata al di là della propria professione. Mi appello al senso civico, ed è un fatto etico". Chapeau!