IL PUNTO. Positivo al Trodica. Potrebbe essere l'inizio della fine...
Quarantena fiduciaria per tutto il gruppo squadra. La ASL sconfessa il protocollo della Federazione
Tutto lascia prevedere che ci stiamo avviando verso un percorso, che potrebbe portare verso un ulteriore posticipo dei campionati dilettantistici. Da questo punto di vista la vicenda del Trodica Calcio, con un tesserato positivo al Coronavirus, potrebbe essere un primo, ma rumorosissimo campanello d’allarme. L’intervento della locale ASL, che ha posto in quarantena l’intero gruppo squadra, ha infatti sconfessato palesemente il protocollo anticovid predisposto della Federazione, costringendo calciatori e dirigenti ad adeguarsi velocemente alle normative.
In pratica, secondo le precedenti interpretazioni del protocollo, in caso di positività, il soggetto colpito doveva essere allontanato e posto in quarantena ed una volta effettuati tutti i controlli, in caso nel gruppo non vi fossero altri contagiati, il lavoro sarebbe potuto riprendere regolarmente. Invece abbiamo visto che non è così, la ASL è intervenuta ed ha ordinato la quarantena a tutti i soggetti venuti a contatto con il contagiato nelle 48 ore precedenti i sintomi. In questo caso, avendo il soggetto manifestato sintomi da Covid-19 in data 28 settembre, si è partiti nella ricerca di eventuali contatti dal 26 settembre e quindi fino al 10 ottobre tutte le persone coinvolte, dovranno restare in quarantena fiduciaria nelle loro abitazioni. Nel corso di questa settimana verranno fatti dei tamponi di controllo e, nel caso non vi siano ulteriori positività, da domenica prossima tutti potranno tornare ad allenarsi regolarmente. Nel caso invece vi fossero dei soggetti contagiati, il conteggio ripartirebbe a ritroso e, si capisce benissimo, che saremmo di fronte all’impossibilità di proseguire la stagione. La vicenda del Trodica e del suo tesserato, al quale vanno naturalmente gli auguri di tutto il mondo del calcio, testimonia in maniera inequivocabile che ci troviamo davanti ad una situazione sconosciuta e per questo difficile da affrontare. Ci auguriamo che si decida di intervenire al più presto, magari sentendo anche il parere delle società, ma stiamo notando che a questo punto, in attesa degli eventi, sono gli stessi calciatori che iniziano a tirarsi indietro. Sembra ormai chiaro che tutti sono assolutamente indisponibili a rischiare la salute, ed eventualmente anche il posto di lavoro, per un campionato di calcio. Come si può dargli torto?