Il monito di Sbaffo: "Un'ingenuità può rovinare una carriera"
L'attaccante della Recanatese, coinvolto nell'inchiesta sul calcioscommesse, testimonial del progetto «Integrity Tour» che ha fatto tappa a Recanati

RECANATI. Lo chiamano «match fixing», il tristissimo fenomeno legato ad eventi sportivi truccati nel risultato con accordi con gli avversari. Una piaga che segna moltissime discipline ma che riguarda principalmente il calcio, nonostante tutti gli occhi puntati addosso. Per sensibilizzare soprattutto i più giovani, verso i principi di correttezza e lealtà sportiva, la Lega Pro sta portando avanti il progetto «Integrity Tour» insieme a Sportradar AG, proprio per fornire agli atleti tutte le indicazioni utili per difendersi dalle frodi sportive. L’iniziativa ha fatto tappa al «Nicola Tubaldi» di Recanati dove i relatori sono stati Emanuele Paolucci, segretario generale della Lega, Giacomo Bindi dell’area marketing, l’avoccato Marcello Presilli, responsabile Integrity per l’Italia di Sportradar e Andrea Fiumana in rappresentanza dell’Associazione italiana calciatori.
«E’ sempre bene ricordare come per una piccola ingenuità un calciatore possa rovinarsi credibilità e carriera – ha detto il capitano giallorosso Alessandro Sbaffo (foto) intervenendo all’incontro –. Ben vengano questi incontri di formazione».
Finora sono stati più di cento gli appuntamenti organizzati in questi anni e con più di 14mila ragazzi partecipanti.
Alessandro Sbaffo, attaccante portorecanatese classe 1990 attualmente in forza alla Recanatese ma con un passato nelle fila di Piacenza, Ascoli, Reggina, AlbinoLeffe, venne coinvolto nell'inchiesta sulle vicende legate al calcioscommesse per il tentativo di combine della partita Livorno - Piacenza del 14 maggio 2011: per questo motivo nell'estate 2012 patteggiò sedici mesi di squalifica e 100 mila euro di ammenda.
