ANDREA CINGOLANI: "Non so se riuscirò mai a sdebitarmi col Montefano"
L'esterno viola è tornato in campo dopo un calvario di due anni che lo ha tenuto lontano dai campi
MONTEFANO. Un lungo applauso e qualche occhio lucido, domenica scorsa a Castelfidardo hanno dato il bentornato in campo ad Andrea Cingolani, che dopo due anni di calvario è tornato a difendere la maglia del suo Montefano, sperando di aver messo alle spalle il periodo più buio della sua carriera.
A due anni dall’infortunio si torna finalmente in campo, che emozioni hai provato in questi mesi interminabili di attesa e speranza?
Sono passati quasi 2 anni, da quel 17 ottobre 2021, quando in casa del Valdichienti dopo mezz'ora di gioco avevo sentito dolore e da lì a breve ho saputo dell'infortunio, quindi terapia conservativa, che non ha avuto successo, dopo due mesi fui costretto all’ operazione. Poi rientro in campo cercando di abbattere i tempi di recupero, attraverso una riabilitazione, ma non si rivelò una buona scelta perché poi ho avuto una ricaduta. Altro stop, riposo e poi di nuovo a lavorare. Questa volta piano piano cercando di rispettare tutte le procedure. Da qui in avanti è stato un copia e incolla per mesi, senza mai la possibilità di avere continuità dato le mie continue ricadute. In questo lungo periodo la voglia di ritornare in campo era forte ed è per questo che non volevo abbattermi e non accettavo il fatto di dover smettere con il calcio. Così dopo un anno, insieme allo staff medico che mi seguiva, abbiamo deciso di rifare l'operazione perché avevo seguito bene e più volte la riabilitazione, avevo potenziato a sufficienza la gamba, ma senza riuscire ad allenarmi con il gruppo. A gennaio 2023 ripeto l’operazione e sembra andare tutto bene, poi nei giorni precedenti alla preparazione torno ad avere dolore. Ancora ricordo la telefonata al mister, il giorno prima che iniziassero gli allenamenti, è stato straziante dire che avevo ancora dolore e non ero a disposizione nonostante più di 6 mesi di lavoro.
In molti ti avrebbero abbandonato, il Montefano al contrario ti ha rinnovato sempre la fiducia. Quanto è stato importante far parte della famiglia viola in questa situazione?
La mancanza del campo e l'affetto delle persone vicine erano benzina, che alimentavano la mia voglia di tornare, anche se non nascondo di avere avuto periodi di debolezza. Non ho avuto solo sfortuna. Ho trovato persone con un lato umano davvero grande, la società di Montefano ne è la prova e Stefano Bonacci la rispecchia pienamente. Solitamente al cavallo zoppo si spara, qui invece mi hanno spalancato la scuderia e mi hanno "guarito". Ho versato lacrime in passato per il mio infortunio e ne stavo versando qualcuna per il rientro. Non ha avuto prezzo, tornare finalmente in campo è stata davvero una grande emozione.
La partita di domenica scorsa contro il Castelfidardo può rappresentare finalmente la fine di un tunnel, cosa speri di ricevere da questa nuova stagione?
Mi aspetto di ritrovare la forma e rimettermi in carreggiata con la mia squadra, che è una grande squadra. Non sarà facile, il campionato quest'anno come non mai è molto competitivo, bisogna stare al top per rimanere a galla. Ci tengo a ringraziare Mister Mariani con lo staff e la società che mi hanno sempre reso partecipe e messo in luce anche quando a volte mi sentivo un fantasma. Non so se riuscirò mai a dare a Montefano quello che Montefano mi ha dato.