Gli allenatori dell'Ostra alla Vezzali: "Aiuti il calcio giovanile"
OSTRA. «Rischiamo di perdere il nostro futuro», così termina la lettera inviata da Stefano Curzi, Simone Cesaretti e Daniele Api, allenatori Figc dell’Ostra Calcio ma nello stesso tempo anche genitori, alla neo sottosegretaria allo Sport del Governo Draghi, Valentina Vezzali (foto).
«Una lettera che vuole accendere un faro sulla situazione dello sport giovanile dilettantistico e di base in quest’ultimo anno, preoccupati per il lunghissimo stop delle attività sportive: che fine hanno fatto i bambini e gli adolescenti? Un anno di pandemia li ha resi invisibili. Il Governo ha negato loro la possibilità di praticare sport, uno dei capisaldi della nostra società, non meno importante della scuola». Una presa di posizione forte e decisa: «Bambini e ragazzi che, oltre al danno hanno dovuto subìre la beffa», perché, come riportato nella lettera «è profondamente ingiusto consentire agli agonisti di poter praticare qualsiasi attività e impedire a tutti gli altri di effettuare allenamenti». Tradotto: o tutti o nessuno, altrimenti si rischia (anzi è già stato fatto) di crescere figli e figliocci. «E non ci nascondiamo dietro alle attività sportive individuali all’aperto con tutte le restrizioni e le reali e gravose responsabilità, situazioni non da tutti gestibili a cuor leggero». Perché quest’appello solo ora? «Valentina Vezzali è una donna di sport, conoscitrice dell’incommensurabile valore dell’attività sportiva nella vita di ognuno, ecco perché ci siamo voluti affidare a lei. E, visto l’ingigantirsi della situazione, per sensibilizzare le Istituzioni e dire loro che non c’è più tempo: non può esserci una crescita serena e armoniosa senza attività sportiva. Il nostro grido è una sorta di esortazione a cambiare passo e avere il coraggio di ritornare a quella normalità che tanto manca alle generazioni future». Continuano, unanimi: «Stiamo perdendo giorni, mesi, anni importanti per l’avvenire e rischiamo di ritrovarci, nella società come nello sport, dei buchi generazionali importanti. La cosa che più ci rattrista è continuare a vedere troppa leggerezza da chi ha sempre sbandierato quanto lo sport, nel nostro caso il calcio, soprattutto di base e giovanile fosse importante per un percorso formativo di crescita per poi non provare a fare nulla per cambiare le cose. Ci aspettavamo delle prese di posizione più decise e più senso di responsabilità, non uno scaricabarile continuo. Vedere e sentire che qualcosa si sta spegnendo ci fa davvero male».
(FONTE: IL RESTO DEL CARLINO)