Referto choc: punito per minacce all'arbitro, ma in realtà era al bar!
Omar Chiarini, allenatore del Ponzano Giberto, smentisce totalmente quanto riportato dal direttore di gara. "Scritte cose prive di fondamento, calciatori e dirigenti di entrambe le squadre, possono tranquillamente confermare i fatti"

PONZANO DI FERMO. Rabbia, stupore e sconcerto in casa del Ponzano Giberto a seguito delle decisioni del Giudice Sportivo, rese ufficiali nel comunicato odierno della FIGC Marche. Nessuno in società, tra i tifosi ed i giocatori, riesce a capacitarsi delle pesanti squalifiche comminate a mister Omar Chiarini (tre mesi) e al giocatore Gionata Borraccini (4 giornate).
Queste le parole dell’allenatore che abbiamo sentito nel tardo pomeriggio: “Sono sconvolto poiché sono state scritte delle cose assolutamente prive di fondamento, che ledono pesantemente la mia dignità personale e se permettete voglio descrivere lo svolgimento dei fatti. Nel corso del primo tempo poteva starci, a mio avviso, un'espulsione ai danni di un difensore del Pedaso per fallo da ultimo uomo. L’arbitro ha valutato diversamente l’episodio e alla fine della prima frazione di gioco, quando stavamo rientrando negli spogliatoi, mi sono avvicinato e in maniera educata ho chiesto perché non avesse espulso il giocatore locale".
Questi i termini della breve discussione:
Chiarini: “Perché non l’hai espulso. C’erano tutti gli estremi“.
Arbitro: “Secondo me no”.
Chiarini: “In base alle nuove regole andava espulso. Lo sai cos’è il Dogso?”.
Arbitro: “Certo che lo so!” e intanto tira fuori il cartellino rosso ed espelle l’allenatore.
Chiarini: “Ma mi cacci per tutto questo?”.
Arbitro: “Certo. Fuori!”.
Lo svolgimento dei fatti: "Senza passare per lo spogliatoio, mi avvio verso il cancello dello stadio dove l’addetto all’arbitro dei locali, mi apre facendomi uscire dal recinto di gioco. L’arbitro era pochi passi dietro di me e ha visto perfettamente che stavo uscendo. Durante l’intervallo, anche per sbollire l’amarezza, sono andato al Bar “La Sveglia” di Pedaso, ho preso qualcosa e poi sono tornato al campo, fuori dalla recinzione. Ho visto il secondo tempo e a fine partita sono rientrato nel nostro spogliatoio per salutare ed aiutare a raccogliere le nostre cose. Fatto questo, ho preso la macchina e me ne sono tornato a casa, dispiaciuto per la sconfitta, ma assolutamente tranquillo. Come potevo pensare che, mentre io ero al bar, l’arbitro mi accusasse di voler sfondare la porta? Mi preme anche sottolineare un altro piccolo dettaglio: nel Comunicato Ufficiale si parla di un lancio, attraverso la finestra, di un pezzo di legno. Ebbene mi sono accertato di questa cosa: lo spogliatoio dell’arbitro a Pedaso non ha una finestra vera e propria, ma una piccola apertura, anche scomoda, dalla quale far passare un pezzo di legno è quasi impossibile".
"Questo è quanto è accaduto ed ognuno tragga le proprie conclusioni. Per quanto mi riguarda, resto amareggiato e confuso per l'ingiusta pena che mi è stata inflitta e intendo difendere in tutti i modi la mia onorabilità, sia a livello umano che professionale. Io non c’ero e non so cosa sia realmente successo tra il primo e il secondo tempo. In merito al nostro capitano Borraccini, a fine gara e dopo la doccia, incrociando l’arbitro ha provato solo, come spesso accade, a chiedere qualche spiegazione, non so come abbia potuto pensare che volesse aggredirlo".
Le amare considerazioni: "Alla fine di questa incresciosa commedia, faccio i miei complimenti al Pedaso, che nel corso della gara ha dimostrato di essere superiore, meritando senza dubbio di vincere la partita. Faccio tuttavia fatica a valutare l’aspetto sportivo di questa vicenda e, continuo a non capire, perché vengano riportate delle cose assolutamente irreali. All’interno del recinto di gioco, sabato scorso c’erano almeno una cinquantina di persone autorizzate, penso che molti di loro abbiano visto come si sono svolte le cose e possano descrivere i fatti molto meglio di me. Io era da tutt’altra parte, non a bussare sulle porte! Mi sfugge il senso del mettere a referto dei fatti che possono essere facilmente smentiti, ma che intanto gettano discredito sulle persone”.
