OSIMANA. Campanelli: "Società messa sotto una luce denigratoria"
Il lungo messaggio del presidente giallorosso: "Abbandonato dalla Lega Nazionale, da quella Regionale, dalla Questura di Macerata, da Ancona. Non uccidete l'Osimana"
Nella foto: a sinistra il Sindaco Pugnaloni, a destra il presidente Campanelli
In un lungo messaggio dato insieme al sindaco di Osimo Simone Pugnaloni, tramite l'ufficio stampa della società, il presidente dell'Osimana Antonio Campanelli è tornato sulla pesante squalifica del campo dopo i fatti di Coppa Italia Dilettanti contro l'Atletico BMG.
"Certamente non è un momento bello e facile per me, che non so neanche cosa fare nelle prossime due ore con programmi che cambiano in continuazione. L'Osimana è un po' sotto tiro e messa a livello nazionale sotto una luce denigratoria che non rispecchia assolutamente la società. Tengo a precisare che prendiamo le distanze da qualsiasi forma di violenza e comportamento non consono. Visto che sono successe delle cose, dobbiamo anche formalizzare le nostre scuse al guardalinee e alla terna arbitrale per comportamenti che non fanno parte della civiltà e dello sport. La cosa ci ferisce ulteriormente perché è stata messa a rischio l'esistenza della società".
"Io ho avuto la fortuna di aver fatto parte di una famiglia importante della storia di Osimo, che ha dato lavoro a tante persone, c'è una via intestata al mio bisnonno. La mia famiglia ha sempre rispettato i valori delle persone, ha sempre cercato di fare del bene, tante persone ne sono riconoscenti. Io e mio padre, che è venuto a mancare circa un anno fa, siamo sempre cresciuti con la consapevolezza di essere apprezzati e aver fatto il bene delle persone, anteponendoli ad interessi economici. Quando sono stato chiamato a fare il presidente dell'Osimana, ci siamo fatti carico degli impegni presi. Abbiamo dato risalto alla cura delle persone e al rispetto, come da tradizione. Ho lasciato il mio lavoro, per riportare in alto l'Osimana. Da presidente ho voluto fare una società ad immagine e somiglianza dei valori con i quali sono cresciuto".
"L'Osimana ha fatto anche bene nel sociale, come aiutare profughi e mandare materiale in Africa. Da inizio stagioen stiamo ospitando una squadra di profighi a giocare con noi il sabato mattina. Lo scorso anno abbiamo organizzato delle cene a sostegno della salumeria Pettacci di Visso, portando i loro prodotti. C'è l'orgoglio di aver portato una società da 150 a 400 tesserati, insegnando principalmente il rispetto degli avversari e dell'arbitro. Gli stessi giocatori a fine stagioen devolvono le multe alle associazione benefiche".
"I tifosi dell'Osimana innanzitutto non sono un gruppo di delinquenti. Li conosciamo da anni, non conosciamo pregiusdicati. Sono un po' esuberanti, ma per colpa loro non era mai stata presa una squalifica del campo, nemmeno il sottoscritto. I nostri tifosi sono stati dipinti come degli hooligans. Con loro c'è sempre stato un dialogo, anche nei momenti difficili. Queste persone, dipinte come dei delinquenti, sono anche state ad aiutare i terremotati, sono stati nelle zone alluvionate di Senigallia ed Emilia Romagna. Non sono orchi. Come tutti gli esseri umani hanno i loro pregi e i loro difetti. Il capitolo più infame dei tifosi giallorossi è forse stato il giorno degli scontri di Macerata, dove le cose sono degenerate. Su questo abbiamo pagato, anche molto rischiando di giocare la finale di Coppa Regionale di Eccellenza a porte chiuse. Forse quella volta ho pestato qualche piede, ho usato parole pesanti, ma siamo riusciti a far disputare quella gara a porte aperte, vivendo una serata storica per la città di Osimo e una soddisfazione a livello personale enorme da quando sono presidente. Nel corso di questi 10 anni la società ha adottato politiche per i giovani, come l'ingresso gratuito fino ai 20 anni e biglietto ridotto per gli under 25".
"La pena è stata spropositata, un record per il calcio italiano che prima apparteneva al Legnano, il cui campo venne squalificato per 11 mesi per aver invaso il campo e picchiato l'arbitro. Per la tragedia Raciti a Catania la pena al campo era stata solo di 6 mesi. Nel nostro caso era stata tirata birra, acqua, c'erano i carabinieri che non sono intervenuti, i tifosi al fischio finale se ne sono subito andati e non hanno creato ulteriori disagi. Dopo questa pesante squalifica mi sono sentito abbandonato dalla Lega Nazionale, dalla FIGC regionale, dalla Questura di Macerata che ci ha bandito da tutta la provincia. Io nel maceratese ci ho passato la mia infanzia. Anche la Provincia di Ancona non è che ci voglia tanto bene. E' stato un po' triste".
"In questi giorni ho ricevuto tanti attestati di stima. Alcuni anche commoventi da genitori di nostri tesserati. Noi abbiamo portato avanti certi valori e non meritiamo questo trattamento, che già così ci costa qualche decina di migliaia di euro. Abbiamo dovuto assumere un avvocato importantissimo in Italia. Già ci mancano gli incassi delle gare casalinghe. Dovremo affittare campi lontani, forse addirittura nella provincia di Pesaro e quindi ancora più costi. Uno dei nostri sponsor principali dopo questa vicenda è dubbioso se continuare la collaborazione e questo ferisce. Con pene cosi fa a togliere la socialità a tanti ragazzi. Non uccidete l'Osimana".