Ancona, quella stagione 2003-2004 che grida ancora vendetta

A volte ci sono delle stagioni in cui tutto sembra davvero andare per il verso sbagliato, fin dal primo momento. Chiamatela se volete sfortuna, chiamatela destino, ma sta di fatto che, in alcuni campionati, non c’è modo di tappare le falle che la nave continua ad accusare, perché si formano di continuo.
È esattamente quello che è capitato con la stagione 2003-2004 disputata dall’Ancona, che rappresenta ancora oggi una sorta di piccolo disastro in ambito sportivo. Tutte le scelte in chiave di calciomercato furono completamente sbagliate, ma anche tutto ciò che poteva andare storto, in quella stagione, lo fece.
Serie A, un sogno per l’Ancona odierno
L’attuale squadra anconetana deve fare i conti con una realtà ben lontana da quella della fine degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. Adesso, infatti, la formazione marchigiana milita in serie D nel girone F, per ora guidato dal Chieti, a soli quattro punti dalla vetta. Per chi è nostalgico dei bei vecchi tempi, però, c’è sempre la possibilità di interessarsi alla serie A, con una gamma di analisi statistiche, come quelle in questo articolo pubblicato dalla redazione blog del sito di scommesse online di Betway, dedicato all'ultima giornata del campionato dove il grado di informazioni e accuratezza è molto diverso rispetto alle stagioni calcistiche di vent'anni fa.
13 punti in 34 partite, un record… in negativo!
Dicevamo di quell’Ancona sfortunato e costruito senz’altro in modo poco sensato nella stagione 2003-2004. I numeri spiegano molto bene quella che è stata una stagione incredibile, ma in senso negativo. 13 punti collezionati in 34 partite sono un primato negativo che nessun’altra squadra è stata in grado di eguagliare dal 2004 ad ora. E ci sono altre statistiche che, in effetti, possono dare un’ulteriore mano a comprendere la situazione. Ad esempio, i 46 giocatori passati in campo in quell’annata, con sessioni di calciomercato che somigliano più a quelle di un videogioco manageriale che alla realtà.
Un fallimento a tutti gli effetti che, però, prende il via da un momento estremamente felice, ovvero una promozione che in ben pochi si attendevano, sfilata dalle mani del Palermo di Zamparini, che invece pensava di poter raggiungere comodamente la serie A, grazie a un attacco stellare formato da Maniero, Di Napoli e Zauli.
L’Ancona di Gigi Simoni, però, fu dannatamente compatto e cinico, realizzando un’impresa targata anche Graffiedi-Ganz, un duo d’attacco estremamente prolifico, insieme alle parate di Scarpi e alle verve dei centrocampisti Perovic e Maini. Dieci anni prima l’ultima apparizione nel massimo campionato italiano, che anche in quel caso non aveva riservato particolari fortune, anzi.
La rivoluzione in sede di calciomercato
Di quell’annata, come dicevamo, si ricorda un via-vai di giocatori degno di un supermercato. Arrivarono ad Ancona la meteora Jardel, ma anche Hubner, Jorgensen, Pandev, Poggi, Carrus, Bilica, Baccin, Lusio, Milanese, Viali, Sussi, solo per citarne alcuni. Qualcuno era solo un giovane di belle speranze, altri affermati veterani con diversi anni di serie A alle spalle.
In panchina non c’è più Gigi Simoni, bensì lo storico vice di Mazzone, ovvero Leonardo Menichini, che dura però solamente quattro giornate. subentra Nedo Sonetti, ma le cose non sembrano affatto cambiare per l’Ancona, che coglie l’unico pareggio in trasferta di tutto il campionato. Al termine del mese di gennaio anche Sonetti riceve il benservito dalla dirigenza che, nel frattempo, non sa più che pesci pigliare.
L’arrivo di Galeone in panchina non cambia proprio nulla, anche perché la confusione aumenta con una sessione di calciomercato di gennaio in cui succede di tutto. Ben 18 le cessioni a gennaio, con un esempio iconico rappresentato da Potenza, arrivato dall’Inter a novembre, per scendere in campo in una sconfitta contro l’Empoli e poi ripartire in direzione Parma.
