Crespi: "Salvo perché sano. Improponibile far ripartire i dilettanti"
L'allenatore dell'Urbino dopo un mese è ancora positivo al Covid. Il peggio è comunque passato
“Mi sono salvato perché sono sano, non ho altre patologie. Avevo una carica virale altissima”. Antonio Crespi (foto), 53 anni, allenatore dell’Urbino, a distanza di un mese è ancora positivo al Covid-19. "I primi giorni i sintomi sono stati abbastanza forti, sono dovuto andare in ospedale a Fano per fare accertamenti – racconta Crespi, che lavora come ispettore del lavoro a Fano per l’Asur - Il Covid-19 mi ha colpito a livello articolare, avevo forti dolori al petto che limitavano l’apertura della cassa toracica. Per fortuna gli esami effettuati non hanno evidenziato nulla di grave e dopo ventiquattro ore sono tornato a casa. Dopo una decina di giorni i dolori sono scemati, ma a distanza di un mese sono ancora positivo. Da trenta giorni sono chiuso nella mia stanza, il tempo non passa mai. Per fortuna studio, sono iscritto ad un corso universitario”.
Undici sono le persone rimaste contagiate nel gruppo squadra dell’Urbino, la metà dei quali sintomatici.
“Noi applicavamo il protocollo della Federazione, ma dopo quello che è successo quattro dei miei giocatori mi hanno detto che non vogliano rientrare se le condizioni sono queste”.
Il campionato di Eccellenza potrà ripartire?
“La mia posizione era e resta la stessa – replica secco Antonio Crespi - E’ improponibile far giocare i dilettanti, non ci sono le condizioni per svolgere un campionato regolare. In una situazione come questa è doveroso privilegiare le attività essenziali. Lo dico con dispiacere, ho sempre fatto calcio perché mi piace, in questo caso bisogna fare delle scelte, bisogna salvare economia e salute. Il campionato ad oggi è improponibile. A marzo prossimo, se la situazione lo consente, si riparte, sono disposto a giocare anche d’estate”.
Giovedì è in programma un nuovo tampone per Crespi: “Spero che sia negativo, altrimenti dovrò restare un'altra settimana chiuso nella mia stanza”.