Una passione senza età: insegna calcio ai ragazzini a 79 anni!
La storia di Firmino Pederiva, un passato come vice di Sacchi, oggi responsabile della Scuola Calcio Aquilotti di Carpegna
Ci sono storie di calcio che non hanno età. Una di queste è quella di Firmino Pederiva (foto) che a 79 anni è ancora sul campo a insegnare calcio e soprattutto i valori dello sport con la stessa innata passione del ragazzino.
Attualmente è responsabile della Scuola Calcio Aquilotti di Carpegna che partecipa ai campionati provinciali di Pesaro con due squadre, Pulcini e Primi Calci. Ne fanno parte 25 bambini delle classi 2014-2018, tutti del territorio. Proprio Carpegna fu sede del ritiro del Rimini di Arrigo Sacchi di cui Pederiva è stato viceallenatore e a Carpegna ogni estate si tiene un camp da lui organizzato che ha un grande seguito. Da lì l’idea di creare un punto di aggregazione per i ragazzini altrimenti destinati a spostarsi altrove non senza sacrifici per le famiglie.
“Qui si fa un passo indietro rispetto alle Scuole Calcio cosiddette moderne o almeno alla grande maggioranza di esse. Riscopriamo i tempi dell’oratorio, ovvero le grandi palestre dei futuri campioni, quando cioè non si usavano casacche colorate, cinesini, gli schemi erano di là da venire ma si lasciava libero sfogo alla fantasia e alla creatività del ragazzo, al suo istinto. Noi non vogliamo considerare i bambini come adulti in miniatura, farli prigionieri degli schemi. Non si impongono giocate, moduli, ma semmai si correggono i movimenti e gli errori – racconta Firmino Pederiva –. Il calcio è divertimento, si vinca o si perda non cambia nulla e tutti sono felici e contenti di essere scesi in campo. C’è un grande spirito di amicizia, tutti si vogliono bene. Non voglio passare da saccente, ma indicare una prospettiva diversa da quella più in voga attualmente: l’esperienza di tanti anni di campo mi hanno insegnato che questa è la via migliore per alimentare la passione nei ragazzi”.
Firmino Pederiva come giocatore è cresciuto nelle giovanili della Juventus, ha smesso a 23 anni per un serio infortunio al ginocchio dopo aver frequentato i campi anche della Serie C con Imperia, Spezia e Cosenza.
E' stato viceallenatore di Bruno, Sacchi e Materazzi e ha lavorato con Helenio Herrera, il Mago:
"Nella prima delle sue due esperienze il Mago aveva una carica eccezionale - raccontò in una vecchia intervista - era in grado di galvanizzare anche i muri dello spogliatoio. Arrigo Sacchi? Un anno al suo fianco è stato più formativo rispetto ad altre stagioni con altri colleghi. Io ho preso spunti dai suoi concetti per sviluppare il mio modo di allenare. Era un maniacale e questo allora è stato il suo limite: programmava gli allenamenti per svariati mesi e rispettava la tabella sempre e comunque. E’ stato un precursore. Arrigo è la Storia, ha arricchito il mondo del calcio a livello mondiale”.
Si torna al presente: “Mi chiede se a questa età non ho voglia di andare in pensione e attaccare gli scarpini al chiodo? Neanche per idea. Ci sono dei giorni in cui sono un po’ affaticato e la luna è storta, poi quando vengo al campo, praticamente tutti i giorni, e vedo i miei ragazzi che mi salutano sorridenti dicendomi ‘ciao Firmi’, mi si allarga il cuore. E’ uno spettacolo e io mi rigenero".